Birmingham, la (prima) città del calcio inglese tornata grande

Città importante e orgogliosa, che legittimamente rivendica il proprio posto sulla cartina inglese in virtù di un nickname, quello di Second City, che la mette dietro, nelle gerarchie, solo alla capitale Londra, Birmingham ha un’importantissima (e spesso sottovalutata) tradizione calcistica: la nascita della Football League (ovvero la più antica competizione a livello di campionati al mondo) datata 1888 è da attribuire all’iniziativa (generata da forte fastidio per le cinque cancellazioni consecutive della partita settimanale della propria squadra, che ora appositamente sveleremo) di un commerciante di tessuti di Birmingham, nonché amministratore dell’Aston Villa, quale William McGregor. Il suo progetto (snobbato dai club londinesi, che si dichiararono non interessati) ha decisamente cambiato la storia di questo sport, merito che basterebbe a sottolineare cosa abbia rappresentato – e cosa, dunque, rappresenti – Birmingham per il calcio.

Una città tornata grande

Ulteriore, ma ultimo, richiamo al passato: le due principali squadre della città (Birmingham e il già menzionato Aston Villa) hanno avuto storie differenti, con i Villans capaci addirittura di vincere una Coppa dei Campioni nel 1982, mentre i Blues hanno visto un paio di trionfi nella Coppa di Lega (oggi Carabao Cup) come picchi di orgoglio e notorietà. Detto ciò, la supremazia di Londra e Manchester in termini di risultati ha progressivamente soppiantato i rilievi storici di questa città, che oggi sta trovando nuove risposte nella produzione di talenti dal profumo di presente e futuro. Una fioritura che la sta rendendo nuovamente centrale.

Aston Villa serbatorio per la Nazionale inglese che verrà

Nell’Inghilterra Under 19 che ha vinto l’Europeo di categoria giocatosi in Slovacchia pochi mesi fa c’era tanto Aston Villa: partiamo da colui che è stato palesemente il miglior giocatore della competizione, quel Carney Chukwuemeka che ora sta girovagando sui taccuini delle big d’Europa. Centrocampista box to box classe 2003, capace di inanellare già 14 presente in Premier League, il suo è un profilo destinato a scalare le più importanti vette del calcio; un destino che sta cercando di meritare anche Aaron Ramsey, il numero dieci dei giovani Tre Leoni, trequartista per posizione, tecnica ed eleganza nel tocco di palla; diga che sa diventare valore aggiunto in avanti quando necessario, Tim Iroegbunam è un centrocampista centrale come Chukwuemeka ed è anch’egli nel giro della prima squadra: è un diciannovenne dalla grande forza fisica, energia ma la capacità di saper dare del tu al pallone.

Capitolo a parte va dedicato a chi, di questa nidiata, ha già dimostrato di essere un calciatore da grandissima squadra: parliamo di un altro Ramsey, ovvero Jacob, il fratello maggiore di Aaron. Nato nel 2001, mezzala di eccelsa qualità tecnica nella situazione, dinamico ed efficace in progressione, propenso a contribuire in fase difensiva, destro naturale ma abilissimo anche con il piede debole. Nell’ultima annata ha fatto registrare un netto miglioramento in zona gol, aggiunta al suo calcio che lo rende un giocatore appetibile per club del piano superiore. Una crescita, questa, agevolata anche dall’ottimo lavoro fatto su di lui dall’allenatore Steven Gerrard, che ne ha esaltato l’incisività permettendogli, nelle situazioni con palla, di poter supportare la manovra offensiva con conduzioni nei mezzi spazi e presenza in zona di rifinitura.

Birmingham: non solo i fratelli Bellingham

Menzionare Jude Bellingham vuol dire aprire un contenitore che rende agevolissima la pesca del talento. Personificazione della modernità applicata al calcio, mescolanza di tecnica, conoscenza del gioco e atleticità, il centrocampista ora al Borussia Dortmund si è fatto conoscere ad appena sedici anni nel Birmingham, club in cui è cresciuto e dov’è ora emerso suo fratello, il classe 2005 Jobe.

Il tratto distintivo della famiglia – a quanto pare – è lo spirito camaleontico che ne accompagna il modo di stare in campo. Nato trequartista, cresciuto anche in posizioni più arretrate, Jobe è anch’egli un grande passatore e ha dimostrato, soprattutto nella formazione Under 18 del Birmingham, di avere un discreto fiuto del gol.

A poco meno di due ore di automobile da Birmingham è nato nel 2004 il talento che due mesi ha vinto il premio come Men’s Young Player of the Season del club, ovvero Jordan James. Giocatore di cui sentiremo certamente parlare, ha già raccolto venti presenze con la prima squadra – ora in Championship – ed è una mezzala con frequenza e tempi di inserimento.

Termina così la sottolineatura dei talenti germogliati da una città che tanto potrà dare, così come già fatto in passato, al football locale e – successivamente – mondiale.

By Redazione PianetaChampions

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