Robin Gosens ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in vista della partita di Europa League tra la sua ex Atalanta e il Liverpool di questa sera. Il tedesco ha parlato anche del suo futuro. Di seguito le parole del giocatore dell’Union Berlino:
ATALANTA-LIVERPOOL IN CHAMPIONS LEAGUE NEL 2020 – “Di quella sera ho due immagini davanti ai miei occhi: Anfield vuoto a causa della pandemia e il mio gol. Una serata indimenticabile sia dal punto di vista umano sia da quello professionale. Sentivamo la responsabilità per il popolo bergamasco che in quel periodo stava soffrendo moltissimo a causa del Covid. E abbiamo dato tutto per poter regalare alla gente un sorriso”.
LE SQUADRE DI PREMIER LEAGUE – “Cosa mi colpì? L’intensità, senza dubbio. Dopo 20’ mi sono avvicinato a Djimsiti e gli ho detto: “Io sono già cotto”. D’altronde la Premier è un campionato che allena l’intensità e il ritmo, è difficile giocare contro le squadre inglesi per la qualità e per l’aspetto fisico”.
GASPERINI – “All’epoca ci disse di goderci il momento innanzitutto senza sentire la pressione. Non capita di giocare spesso in stadi come Anfield, quindi dovevamo goderci il momento”.
KLOPP – “Oggi il Liverpool è cambiato negli uomini, ma non nello spirito. C’è sempre Jurgen Klopp, con la sua identità: pressing alto, intensità, qualità e rapidità nelle giocate. Ma anche l’Atalanta ha la sua identità con Gasperini: aggressione, velocità, giocatori di talento davanti, un allenatore che sa preparare e leggere le partite perfettamente. Sarà una bella partita, non la perderò davanti alla tv. E spero che passi l’Atalanta in semifinale tra una settimana”.
SALAH – “Salah è un campione, segnare con regolarità ogni stagione così tanti gol non è semplice. E da vicino ha un’esplosività pazzesca, sarà fondamentale raddoppiarlo come facemmo io e Djimsiti nel 2020. Altrimenti rischia di diventare imprendibile”.
VAN DIJK – “Van Dijk un gigante, ma non solo fisicamente. Anche umanamente, non si resta a quei livelli per anni se non hai un certo spessore”
FUTURO – “All’Union Berlino io sto bene, anche se le cose non stanno andando come avremmo voluto. Avevamo aspettative diverse, il primo pensiero per me adesso è ottenere la salvezza. A livello personale sono felice di aver giocato con continuità, cosa che non mi era riuscita con l’Inter”.
L’ITALIA – “Mi manca l’Italia. Sono tedesco, ma mi sento anche italiano un po’. La mia mentalità è italiana. E’ magico vivere lì, ho ottimi ricordi sia a Bergamo, dove ho lasciato il cuore, sia a Milano. Per il mio futuro è presto, come detto ora è tempo di pensare alla salvezza dell’Union. Poi ci sarà l’Europeo. Solo allora organizzerò le mie idee e deciderò il percorso migliore per la mia carriera e la mia famiglia. Nel 2026 c’è il Mondiale… Se deciderò di cambiare squadra, lo farò solo per un club italiano”.