Giovanni Ghini, presidente dell’associazione di volontari che ha prestato soccorso al Franchi a margine di Fiorentina-Inter, ha ricostruito sulle colonne di Repubblica gli interminabili minuti trascorsi dal momento in cui Edoardo Bove si è accasciato sul terreno di gioco a quello in cui è stato caricato sull’ambulanza. Ecco quanto ripreso da Goal.com:
“Intorno, erano tutti agitati. Noi abbiamo lavorato tranquilli, sapevamo cosa fare. Non bisogna farsi prendere dall’emotività. Sono passati 30 secondi dalla caduta del calciatore al nostro arrivo”.
“Al Franchi avevamo due squadre, una con il medico e due soccorritori, l’altra con tre soccorritori. Appena il dottore è arrivato dal calciatore ha preso i parametri vitali, valutato lo stato di coscienza, la respirazione e il battito cardiaco. Ha deciso immediatamente, insieme ai sanitari della Fiorentina, che era necessario partire subito per l’ospedale. In 4 minuti Edoardo era già sull’ambulanza”.
“Lo abbiamo rianimato, il defibrillatore semiautomatico si è attivato per ristabilire il giusto ritmo del cuore. Il trattamento è andato avanti per tutto il tragitto. All’arrivo in ospedale il medico ha riferito quanto accaduto e tutto quello che era stato fatto dalla sua squadra”.
“Esiste un piano operativo di emergenza dove è previsto proprio che l’ambulanza non entri in campo. In situazioni così critiche bisogna evitare qualunque rischio di rallentamento e il mezzo a causa del peso può rimanere bloccato sull’erba. Meglio portarsi l’attrezzatura di soccorso nello zaino, come è stato fatto, eseguire i primi controlli sul paziente e poi portarlo sull’ambulanza”.
