Giorni caldissimi in casa Juventus, reduce da un autentico terremoto societario – dettato dalle dimissioni in blocco dell’intero CdA bianconero – in relazione al doppio filone d’inchiesta aperto da parte della Procura di Torino.
Sulla questione relativa alle presunte plusvalenze fittizie, la Juventus potrebbe aver operato in buona fede. Lo evidenzia Ludovico Morello, Gip del Tribunale di Torino, che lo scorso 12 ottobre aveva respinto le richieste di misure interdittive per Andrea Agnelli e altri indagati dell’inchiesta sui conti del club bianconero.
Secondo quanto riportato da ANSA, infatti, alla luce degli atti disponibili in quel momento, il giudice ha scritto che se la Juventus si è davvero attenuta alla prassi standard “risulterebbe difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi in definitiva doloso, dai corretti criteri di contabilizzazione delle poste”.
Per quanto concerne, invece, il filone relativo alle cosiddette “Manovre stipendi”, le modalità con cui sarebbero state attuate dalla Vecchia Signora tra il 2020 e il 2021 si possono considerare “certamente illecite”, al punto che “si condivide con la pubblica accusa la sussistenza di gravi indizi”. Il giudice ha però respinto le richieste di misura cautelare presentate dalla Procura per mancanza di rischio di reiterazione del reato: le ‘manovre’ erano legate all’emergenza covid e quindi a un “periodo storico non più attuale”.
