Primo impegno del nuovo anno e primo KO stagionale incassato da parte del Napoli, unica compagine rimasta imbattuta in Europa prima della poco fortunata trasferta di San Siro di ieri sera in cui i ragazzi di Luciano Spalletti hanno ceduto di misura all’Inter.
Una gara che i partenopei hanno per larghissimi tratti condotto in termini di possesso palla, il quale però si è rivelato eccessivamente lento e prevedibile, poco qualitativo e incapace di aprire centralmente il rocciosissimo muro meneghino eretto da parte di Simone Inzaghi: la compagine meneghina, infatti, è stata perfetta nell’ingabbiare Osimhen tra le maglie dei tre centrali e a raddoppiare e limitare continuamente gli esterni alti, mai realmente nelle condizioni di poter incidere come quasi sempre accaduto, invece, in questo campionato.
63% di possesso palla azzurro, infatti, ma appena due tiri in porta.
Inter 1-0 Napoli: Napoli were the only unbeaten team across the top five European leagues in 2022-23 before tonight. They aren’t now.
A massive win for Inter in the Serie A title race. pic.twitter.com/rJLpI0Pocf
— Opta Analyst (@OptaAnalyst) January 4, 2023
Una sconfitta che, più che ridimensionare il torneo fin qui superlativo degli azzurri, pone in realtà dei fisiologici spunti di riflessione su quella che sarà la capacità di gestire una pressione sempre più fitta da parte Di Lorenzo e compagni, la quale (proprio in virtù di quanto finora clamorosamente fatto) accompagnerà inevitabilmente i campani da qui alla fine del campionato, e di far fronte al primo passo falso di un percorso fin qui eccellente.
Se, a questi quesiti, potrà rispondere solamente la squadra sul rettangolo verde, starà al tecnico di Certaldo cercare di capire se, e quali potenziali soluzioni adottare in vista del prosieguo del torneo. In tal senso, è difficile pensare a eclatanti accorgimenti da parte del trainer toscano per una macchina che – fino a circa 24 ore fa – si era rivelata quasi perfetta. Più che plausibile, però, è la possibilità che l’ex allenatore di Roma, Inter e Zenit (tra le altre, ndr) possa decidere di ruotare differentemente i propri uomini offensivi, cosa fin qui avvenuta più in virtù dei vari infortuni registrati nell’arco delle scorse settimane dai suoi che in relazione all’avversario di turno.
La principale difficoltà riscontrata nella serata milanese, ad esempio, è stata – come già sopra introdotto – quella del Napoli di sfondare centralmente, soprattutto per merito dell’estrema solidità dell’Inter. In tal senso, appare evidente che Osimhen, centravanti devastante se lanciato in profondità o in campo aperto, non abbia nelle proprie corde la capacità di giocare spalle alla porta, venire incontro per cucire il gioco e nel liberare gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti: Skriniar, Acerbi e Bastoni, infatti, hanno letteralmente inghiottito il nigeriano, negando a quest’ultimo la vitale profondità necessaria allo stesso per potersi esaltare. A tal proposito, quindi, in partite del genere potrebbe risultare più funzionale affiancare all’ex Lille un calciatore come Raspadori, più affine a svolgere il ruolo di cui sopra e a liberare il compagno da compiti meno attinenti alle sue peculiarità.
Soluzione, questa, vista solo a sprazzi durante la stagione e che, ovviamente, avrebbe come contraltare il pesante sacrificio di un centrocampista (l’indiziato numero uno sarebbe, probabilmente, più spesso Zielinski) nel passaggio a un 4-2-3-1 con Anguissa e Lobotka a comporre una mediana sicuramente ben assortita, ma nella quale rientrerebbe comunque benissimo teoricamente anche un calciatore (ovviamente top) come il polacco. Impossibile rinunciare a Kvaratskhelia a sinistra; infinito, invece, sarà il ballottaggio a destra tra Politano e Lozano. Meno probabile, invece, l’impiego dell’ex Sassuolo a destra assieme a Victor e al georgiano. Da non dimenticare, poi, anche la carta Simeone che però, al momento, continua a rimanere dietro nelle gerarchie.
Dietro, invece, intoccabili Di Lorenzo, Rrahmani e Kim: a sinistra, invece, sempre maggiore potrebbe essere lo spazio concesso a un Mathias Olivera sempre più coinvolto e con ampi margini di crescita.
Più che (per il momento) mere ipotetiche variazioni tattiche, però, la curiosità – come detto – sta nel capire in che modo risponderà la squadra già contro il Sassuolo nel prossimo weekend: vincere, per dimostrare che la caduta di Milano sia stata solo un mero incidente di percorso.