Pogba verso l’Arabia Saudita? Da Henry a Sheva fino a CR7: quando i ritorni sono un 👎🏻 

Da diverse settimane sembrerebbe assumere sempre maggiore consistenza l’indiscrezione che vedrebbe Paul Pogba nel mirino dell’insaziabile Arabia Saudita, pronta a ricoprire d’oro il Polpo al fine di strapparlo alla Juventus e collocarlo nella cool Saudi League, già piena zeppa di stelle internazionali.

Se il trasferimento avvenisse, ovviamente, il centrocampista francese chiuderebbe in maniera a dir poco mesta la sua seconda avventura in maglia bianconera, costellata da numerosissimi infortuni che hanno di fatto tenuto ai box l’ex Manchester United per l’intera scorsa stagione, a parte qualche sporadica – e poco consistente in termini di minutaggio – presenza.

Un – ipotetico – nuovo caso di “minestra riscaldata” che, nel mondo del calcio, in diverse occasioni non ha portato i frutti sperati: andiamo a ripercorrere alcuni dei più iconici.

Pogba verso l’Arabia? Quando la minestra riscaldata non funziona: i precedenti

La compagine più rappresentata nel nostro focus è il Milan: dal mitico Ruud Gullit ad Andriy Shevchenko, fino a Kakà e Mario Balotelli. Costoro, quasi tutti degli autentici simboli nella storia del Diavolo, hanno infatti tremendamente faticato a ripercorre i fasti delle rispettive precedenti – e stellari – avventure in rossonero.

In casa Juventus, invece, uno degli esempi più lampanti è rappresentato da Fabio Cannavaro, nel 2009 non più stesso calciatore che, nel 2006, lasciò la Vecchia Signora con il Pallone d’Oro quasi sotto al braccio per firmare con il Real Madrid dopo lo scandalo Calciopoli.

Diversi gli esempi, invece, in Premier League: da Wayne Rooney all’Everton a King Thierry Henry all’Arsenal, fino – ovviamente – a Cristiano Ronaldo al Manchester United.

Altri casi degni di nota, infine, non possono che essere rappresentati anche da Carlitos Tevez al Boca Juniors e Christian Vieri all’Atalanta, tornati non più giovanissimi e oramai oggettivamente lontani anni luce dallo splendore dei vecchi fasti.

 

By Nicola Cosentino

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