Imanol Alguacil, tecnico della Real Sociedad, ha commentato il pari a reti inviolate maturato a San Siro contro l’Inter che ha certificato il primo posto della compagine basca nel medesimo girone di Champions League. Queste – riprese da TMW – le sue affermazioni:
Siete felici?
“L’ho detto, è stata una partita storica. Ieri ricordavamo l’ultima volta che la Real Sociedad ha giocato con l’Inter. Oggi abbiamo fatto la storia, incredibile. Sono orgoglioso di essere l’allenatore di questi ragazzi, con cui lavoro da otto stagioni e in alcuni casi dalle giovanili: fantastico riuscire a lottare contro una grande Inter”.
La chiave di stasera?
“Avere buoni giocatori, che hanno le idee chiare su quello che vuole l’allenatore, e poi riuscire a giocare come abbiamo fatto oggi in uno stadio così speciale. Quando i giocatori danno il 100 per cento per te. Ringrazio il club, la dirigenza, i tifosi: sono molto orgoglioso di questa squadra, di appartenere a questo gruppo”.
Cosa significa a livello personale?
“Lo ripeto: sono orgoglioso, non trovo le parole. Abbiamo giocato come volevamo giocare, contro una squadra fortissima, finalista dell’ultima Champions. L’Inter ha un allenatore favoloso e un tifo incredibile: oggi non ci rendiamo conto di cosa abbiamo fatto, tra qualche anno ce lo ricorderemo. Questo entrerà sicuramente nella storia, anche se non abbiamo ancora fatto nulla: ora dobbiamo giocarci gli ottavi. Ma quello che abbiamo fatto sinora è merito del lavoro di questi giocatori, qualcosa di impagabile”.
Prima del partita si pensava tanto di un nome, di Zubeldia: alla fine ha giocato…
“Onestamente, è stato in dubbio fino al riscaldamento. Ogni giocatore ha il suo modo di recuperare, lui è stato molto serio ed è riuscito a entrare in campo, ma fino a tutto il pomeriggio era in dubbio. Per me era chiarissimo che avrei voluto schierarlo, poi ho capito, parlando con lui, che dovevamo provarci: si è sentito bene, io per cautela ho fatto riscaldare Elustondo, ma alla fine ha fatto uno sforzo titanico”.
A che livello mette questa pagina nella sua storia con la Real Sociedad?
“Non lo, è qualcosa che puoi dire soltanto quando passano gli anni. Lo scopriremo più avanti, non solo sulla Champions ma sulle prestazioni dei singoli in generale. Oggi abbiamo pareggiato in casa dell’Inter: sono orgoglioso quando questa squadra affronta le partite come è accaduto oggi, ma anche quando giocano partite di coppa che sono raccontate meno importanti. Giochiamo tutte le gare allo stesso livello ed è qualcosa da non sottovalutare”.
Quali sono le vostre ambizioni?
“Non cambieranno. Io sono orgoglioso e felice, ma non siamo diventati bravissimi e fortissimi all’improvviso. Questa squadra deve continuare ad allenarsi a questo livello, il nostro grande valore è giocare sempre allo stesso modo, a prescindere dall’avversario e dallo stadio”.
Quanto sportava e quanto sposta il primo posto nel girone?
“Noi ragioniamo partita dopo partita, ognuna come se fosse una finale. Ora siamo contenti, ma pensiamo alla prossima, davvero. Era un gruppo complicato e siamo contenti di essere passati e di essere arrivati agli ottavi”.
Abbiamo visto i giocatori in panchina continuare a palleggiare, è anche questo un segreto?
“Mah sì, ovviamente, però penso che lo facciano tutte le squadre: non abbiamo fatto niente di particolare. Oggi abbiamo giocato una grande partita, contro una squadra molto forte”.
