⚪️⚫️ Gazzetta – Juventus, la svolta verde di Allegri: quanti giovani contro la Salernitana

Attraverso il proprio sito ufficiale, “La Gazzetta dello Sport” ha elogiato l’utilizzo dei giovani contro la Salernitana da parte di Massimiliano Allegri: “Serve magari un altro indizio per fare una prova, forse poi anche un altro ancora visto che l’avversaria è poi stata la stessa. Ma questa doppia sfida in quattro giorni alla Salernitana ha avuto il pregio negli equilibri stagionali di restituire una Juventus fedele al suo nome, “gioventù” appunto. Quella che ha inciso in coppa Italia con Miretti e Cambiaso, Yildiz e Nonge. La cui onda lunga ha continuato a essere importante anche all’Arechi per il successo che fa chiudere i bianconeri il girone di andata a 46 punti. Grazie al gol di Vlahovic che ormai è un fuoriquota com’è giusto che sia un uomo da 80 milioni, ma è pur sempre un classe 2000.

Una prima scelta era già nella formazione, la decisione di far partire Kenan Yildiz titolare. E se pareva una mossa obbligata per il forfeit della vigilia di Federico Chiesa, giova vedere che in panchina c’era un certo Milik e anche quel Miretti che – pur essendo un centrocampista – più di una volta nella testa di Allegri era la risposta giusta nella ricerca della spalla di attacco per Vlahovic. Ancora: non è stata solo la scelta di far partire titolare Yildiz, ma farlo partire titolare per la terza partita di campionato consecutiva. Tre volte titolare finora come quel certo Milik.

Un’altra scelta apparentemente obbligata, Hans Nicolussi Caviglia in regia. È vero che la prima assenza stagionale di Manuel Locatelli ha ben apparecchiato la decisione. Ma altre opzioni non mancavano: non solo Rabiot, disegnata come la soluzione primaria con l’Inter, quando pure poi fu scelto ancora Nicolussi, ma pure Miretti che lì ha già giocato nei suoi esordi juventini, e forse soprattutto quel Danilo che lì in mezzo ha dimostrato di poter giocare benissimo. In realtà il ritorno in quella Salerno in cui l’anno scorso ha retto il campo alla grande in Serie A era l’ambiente ideale per lanciare Hans da titolare per la terza volta in stagione. E la partita ha dato ragione a questa decisione.

In svantaggio poco prima dell’intervallo dopo un primo tempo con tante occasioni, Allegri ha voluto cambiare la partita con un paio di cambi. Uno indirizzato dai cartellini: l’ammonizione di Gatti ha consigliato di toglierlo per non rischiare di rimanere anche in dieci. L’altro però per pura scelta tecnica: fuori Kostic, in effetti deludente nel primo tempo, e dentro Iling. Sì, quell’Iling visto più volte nelle ultime uscite pascolare in campo come un separato in casa, perché la sua situazione di scarso impiego con ampie possibilità di finire sul mercato è difficile a prescindere, ed evidentemente per un ragazzo fresco di 20° compleanno lo è ancora di più. Così dopo tante prestazione ricche di errori tecnici, il londinese stavolta ha risposto con la rete che ha riaperto la partita di Salerno.

Anche l’ingresso di Fabio Miretti non è di per sé una mossa rivoluzionaria, e peraltro entrando al posto di Kenan Yildiz con lui la Juve si è… invecchiata. Ma conta il contesto. Il contesto di provare a dare continuità all’enfant du pays dopo averlo rilanciato in coppa Italia, a cui era arrivato dopo non essere neanche entrato in cinque delle sei partite precedenti, e rispondendo col primo dei sei gol della grandinata bianconera dello Stadium. E il contesto del momento in cui è entrato Miretti: tre minuti dopo il gol del pari di Iling, nel momento in cui dopo aver pareggiato la partita Allegri ha immaginato le mosse per provare a vincerla. Anche se poi a onor del vero Miretti non si è visto granché.

L’ultimo cambio della disperazione, per vincere, poi è stato un altro: Joseph Nonge Boende. Un ragazzo di 18 anni al debutto in campionato, e che aveva esordito in prima squadra in una partita ufficiale 72 ore prima bagnando i piedi nell’acqua per l’ultimo quarto d’ora di coppa Italia. Anche qui: è vero che Allegri non aveva altri giocatori di movimento da buttar dentro, i soli altri giocatori in panchina erano Perin e Pinsoglio… Ma nessuno l’ha obbligato al cambio, a togliere Weah che pure è giocatore che poteva dare freschezza e atletismo nel finale, non un anziano boccheggiante che aveva bisogno di uscire, rischiando di buttare dentro un 18enne che la Serie A l’aveva vista solo da fuori, peraltro con dieci minuti più recupero ancora davanti. Puntare sulla gioventù invece che con chi ha maggiore esperienza sarebbe stata una scelta difficilmente etichettabile come allegriana, e invece… E invece, al di là del rendimento di Nonge, il cross per il gol decisivo è arrivato proprio da quella fascia, a destra, dove sarebbe dovuto essere Weah, e invece l’assist vittoria lo ha piazzato Danilo”.

By Redazione PianetaChampions

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