😓 Ds Cagliari: “Era fatta per Barak, ma la Fiorentina non è riuscita a comprare”

Il ds del Cagliari Nereo Bonato ha rilasciato una lunga intervista a Radiolina riportata da TuttoCagliari.

“Veniamo da tre sconfitte e dobbiamo sicuramente capire cosa non è andato, trovare le soluzioni già a partire da sabato e mettere in campo cosa ci è mancato in queste gare. Il nostro è stato un mercato equilibrato che doveva tener conto dei parametri economici vincolanti e limare un gruppo che era numeroso, portare i correttivi giusti per migliorare la qualità della rosa. Goldaniga ha ricevuto una proposta vantaggiosa e ci ha permesso di fare acquisti. Mina? Cercavamo un leader nel reparto difensivo; Gaetano ci porta dinamicità e qualità. Avevamo messo in canna il terzo colpo, ma per dinamiche che non dipendono da noi non siamo riusciti a concretizzarlo, parliamo di Barak. Dobbiamo essere bravi ora a trovare dentro il nostro organico le caratteristiche che cercavamo in Barak”.

Secondo lei perché Mina ha giocato poco a Firenze?
“Quando è arrivato aveva qualche problema fisico, poi ogni allenatore ha una sua idea di gioco. Italiano probabilmente aveva trovato la sua quadratura difensiva mentre era infortunato e poi non ha più cambiato. E’ una scelta buona il suo arrivo, ci avevamo già pensato in estate, andavamo a cercare quelle qualità di leadership che servivano. E’ arrivata la Fiorentina che aveva qualche valore in più rispetto ad una neopromossa, era normale che potesse scegliere la viola in estate”.

Ci racconta l’affare Barak?
“Si era raggiunto un accordo anche con il ragazzo. Era un’operazione che ci stava. C’era un interesse della Fiorentina in Gudmundsson e Reyna e avevamo visto la voglia da parte dei viola di arrivarci. Poi c’è stato il Nottingham Forest che ha fatto un’offerta migliore per Reyna e il Genoa ha deciso di tenere Gudmundsson. Tutte le squadre che lottano per la salvezza hanno dovuto cedere giocatori importanti, il Cagliari ha mantenuto l’intera ossatura ed è riuscito a inserire giocatori che daranno una mano. Qualche nostro ragazzo è stato richiesto, ma la nostra volontà era mantenere la rosa attuale. Makoumbou, Obert, Luvumbo… ma noi non volevamo farli andare per costruire qualcosa di più consolidato”.

La situazione di Nandez?
“Si sa che Nahitan ha questo grande amore nei confronti del Cagliari e della Sardegna. Darà fino all’ultima goccia di sudore per onorare il Cagliari. Sul rinnovo? Ognuno cercherà di fare i propri interessi”.

Un bilancio del suo primo anno da ds del Cagliari?
“A Novembre ho compiuto il primo anno di Cagliari, ho avuto la fortuna di vivere un’esperienza indimenticabile con la vittoria dei playoff. Ho avuto l’esperienza di vivere anche quello che è stato Gigi Riva per il Cagliari e il riconoscimento che ha dato tutta la Sardegna. Portatore di valori incredibili che deve essere d’esempio per i ragazzi. Tante volte vengono sempre messi in evidenza gli esempi negativi, Riva è un esempio positivo”.

Come sta il Cagliari?
“Il nostro percorso è stato altalenante: le prime partite abbiamo fatto tantissima fatica. Mi ricordo il 4-1 subito in casa contro la Roma. Poi la seconda fase in cui la squadra si è ritrovata. Abbiamo avuto due grandi opportunità con Frosinone e Verona (quelle del ritorno), non siamo stati bravi a capitalizzarle. C’era la possibilità di spiccare il volo, lì c’è stato il primo contraccolpo. Dopo la gara di Roma non l’abbiamo interpretata al meglio. In questi giorni ci siamo confrontati per trovare soluzioni necessarie. La classifica non è bellissima, ma siamo tutte lì e basta poco. Però manca qualcosa e dobbiamo fare quello step per diventare squadra rognosa per tutte le avversarie. Dobbiamo lottare con tutti”.

Cosa cambia fra il giocare in casa e in trasferta?
“Il pubblico è fondamentale, è uno dei punti fermi che dobbiamo tenere e coltivare. In casa ci giochiamo tante chances di salvezza. Anche l’anno scorso abbiamo fatto tanta fatica a vincere fuori casa. Si sa che i campionati sono diversi, ma dobbiamo avere la convinzione di poterlo fare. Dobbiamo lavorare per eliminare questi limiti”.

By Emanuele Garbato

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