La Gazzetta dello Sport, quest’oggi in edicola, ha commentato con una punta di nostalgia la decisione di Paul Pogba di diventare testimonial e azionista dell’Al Haboob, il primo team professionale di corse di cammelli negli Emirati Arabi: “La spiegazione più accreditata resta quella delle maglie bianconere con una grande scollatura a V che incamerava aria durante la corsa e gonfiava la casacca sulla schiena. Stagione 1956-57. Per questo, i giocatori della Juve sono diventati i Gobbi. Un soprannome che si è fatto identità, tanto che gli innamorati della Signora vantano l’orgoglio gobbo. Questo per dire che Paul Pogba, centrocampista francese, ora al Monaco, è passato dai Gobbi alle gobbe […].
Pogba presterà la sua immagine planetaria per sdoganare la disciplina oltre il mondo arabo. Come dice lui: “Faremo storia”. L’entusiasmo con cui ha abbracciato la nuova avventura ce lo fa vedere già nel futuro, oltre il calcio, e ci stuzzica ancora di più il rimpianto per cosa ci siamo persi. Pogba è unico: è Mike Tyson con i piedi di Michael Jackson e la plasticità di Michael Jordan. Potenza e tecnica per essere decisivo in ogni centimetro di campo. Avesse avuto la testa di CR7, avrebbe avvicinato l’Olimpo dei grandissimi. Invece, per infortuni, squalifiche e distrazioni, ce lo siamo goduti in minima parte. Lo ricordiamo più per la Dab Dance che per le perle di campo: i gol al Napoli, all’Udinese… E a struggersi di rimpianti più di tutti sono i tifosi juventini. In quel deserto di gioco e di qualità che è oggi il centrocampo bianconero (il deserto dei Gobbi), Pogba sarebbe stato un’oasi di acqua fresca”.
