🙌🏻 Sarri: “Non posso essere deluso dalla situazione, sapevo che era difficile. Ci mancano 8-9 giocatori”

L’allenatore della Lazio Maurizio Sarri ha sfruttato la sosta per parlare ai canali ufficiali della società attraverso un’intervista fiume.

Ecco le parole, riprese da Lalaziosiamonoi:

“Ho avuto un momento di feroce giramento, a volte non mi fa estremamente piacere venire a parlare. Bisogna essere molto razionali, avere idea di quello che ci è successo e che stiamo affrontando. Dobbiamo essere molto al di fuori delle sensazioni esterne e molto al di dentro di quelle interne.

Non voglio essere né ottimista e né pessimista, siamo realisti e valutiamo la realtà della situazione in questo momento. Potevamo vincere, poi perdere nel finale. L’aspetto positivo è il carattere, abbiamo ripreso la partita lottando su una palla praticamente morta e in una situazione difficile. Quando ti mancano 8-9 giocatori è complicato, tutte le squadre in estate si sono rinforzate, noi non abbiamo potuto farlo e in questo momento abbiamo fuori tanti giocatori.

È un inizio di campionato di grande difficoltà: Vecino non ha mai giocato, Rovella ha fatto solo una partita in condizioni fisiche buone, dietro abbiamo avuto problemi con Lazzari, Pellegrini, Marusic, con Gigot che non si è mai allenato, con Patric fuori, Romagnoli e Guendouzi squalificati e Rovella con una problematica che non è nuova, si era già presentata quando ero qui io. Vecino non l’ho praticamente mai visto, Isaksen ha avuto una malattia, Zaccagni ora è infortunato. Abbiamo chiesto comunque ai ragazzi di non farsi alibi e non l’hanno fatto, abbiamo fatto delle ultime partite accettabili e abbiamo lottato. Bisogna fare un plauso a Basic che è stato tanto fuori e nel momento del bisogno ha fatto due gare di buon livello.

La nostra prestazione migliore è stata contro la Roma, perdere ci ha lasciato un grande rammarico. Qualche merito a questi ragazzi bisogna concederlo, mi sento in dovere di difenderli, hanno lottato senza scuse e giocando per fare risultato. La classifica? Forse poteva essere migliore. Dobbiamo continuare a fare prestazione e probabilmente la riassestiamo. Dobbiamo avere pazienza, sapevamo tutti delle difficoltà di inizio anno. Siamo in un contesto in cui il livello medio delle squadre è salito. Il Torino è una squadra come noi ora.

Rispetto al mio terzo anno qui la situazione è completamente diversa. Prima c’era un momento unico per fare un salto di qualità forte. Le cessione di Milinkovic-Savic e la Champions ce lo permetteva, la mia delusione era dettata dal fatto che non stavamo facendo quel passo in avanti. Quest’anno invece ho accettato la difficoltà, non posso essere deluso, sapevo che sarebbe stato difficile. C’erano delle premesse diverse al mio terzo anno, per quello che non sono stato contento.

Il modo di attaccare? Stiamo cambiando rispetto alle caratteristiche dei giocatoir, io sono più adatto a una squadra di palleggio ma questaè una squadra di accelerazioni che deve andare in ripartenza e negli spazi. Poi bisogna vedere se troviamo equilibrio, sennò è inutile fare due gol a partita se poi ne prendi due/tre. La situazione dei giocatori a dipsozione ci costringerà a cambiare modulo, o recuperiamo qualcuno oppure dobbiamo cercare altre soluzioni.

Lazzari è rientrato la scorsa settimana, Marusic oggi ha dei controlli, Pellegrini vediamo perché ha un problema al ginocchio, Rovella è un discorso lungo, Vecino è stato un enigma, vediamo, Dele-bashiru è ancora fuori. Isaksen ha avuto una malattia subdola che ti lascia senza forze per mesi, agonisticamente deve crescere ancora. E vediamo l’evolzuine di Zaccagni, è una situazione in divenire. Vediamo a due giorni dalla partita con che modulo giocheremo.

Cancellieri? Sta crescendo di suo, l’ho trovato diverso rispetto a due anni fa. È molto più maturo, convinto dei propri mezzi. Dà il suo meglio nell’accelerazione e nell’aggressione degli spazi, se lo costringiamo a palleggiare gli togliamo alcune qualità. Può migliorare molto negli impatti diretti quando entra in area, speriamo che la sua evoluzione sia positiva perché ha delle potenzialità. Ora è concentrato sul lavoro, non dà segnali di presunzione e questo credo sia fondamentale. Purtroppo noi abbiamo tanti giocatori istintivi, e questo ci fa fare fatica a diventare squadra. Io per istinto ho visto vincere poche partite in cinquant’anni.

Noslin? È un giocatore difficile per un allenatore, è complicato collocarlo in un contesto. Ha la gamba da esterno ma non lo è propriamente; potrebbe essere un trequarti ma non ha la qualità; può essere un centravanti ma non lo è fino in fondo. È un giocatore che in certe situazioni può darci una mano, ha comunque numeri e qualità.

L’interpretazione difensiva contro il Torino non mi è piaciuta, sembravamo una squadra con quattro attaccanti, in un 4-2-4. Ci serve più equilibrio nel modulo. L’ambiente? Io sono un animale da strada, non so che scrivono o che commenti fanno, e non ho nemmeno i social. Sono uno che vive le sensazioni della strada, i tifosi che incontro per strada stanno capendo le nostre difficoltà.

Trecento panchine in Serie A? Sono troppe. Quest estatistiche non mi interessano, pensiamo alla prossima a via. Ha ragione Rabiot, gli possono rispondere quanto vogliono. Tirare in ballo l’aspetto economico è stato brutto, è stata una brutta risposta. Lui è un ragazzo stupendo, è quello che va dentro a combattere.

Tempo effettivo? In Italia c’è un modo di giocare molto fisico, certi tipi di contatto non sono fischiati a volte. Nel derby c’è stato un giocatore degli avversari che ha fatto cinque falli in dieci minuti. Erano falli normali, ma tutti contro il gioco del calcio. Io arbitro, al terzo lo ammonisco. Quest’anno stiamo giocando con un tempo minore rispetto agli anni scorsi, bisogna cambiare qualcosa forse.

Con tutti i problemi che sto affrontando in questo momento, della Nazionale non me ne può fregare di meno. La domanda che mi faccio io è cosa facciamo per far arrivare pronti i giovani?Non mi piace la soluzione delle squadre B, va contro il nostro campanilismo calcistico. Uno di Foggia vuole giocare contro il Bari, non contro l’Atalanta U23. È la morte del calcio di Serie C.

Ora prima di tutto ritroviamo i giocatori che abbiamo fuori e vediamo a che punto siamo. Poi cerchiamo di innescare una strada. Il fatto che fosse un anno difficile l’avevo detto, ci vuole una pazienza inaspettatamente di aver trovato, dobbiamo trovarla tutti.”

By Emanuele Garbato

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