Francesco Camarda ha rilasciato un’intervista a Vivo Azzurro direttamente dal ritiro dell’Italia U21. Ecco quanto ripreso da TMW:
“Ho iniziato a 4 anni in una squadra vicino al mio quartiere nella Forese. Quando ci ripenso adesso, penso: ‘Cavolo ora sono arrivato qua e chissà, posso arrivare ancora più in alto’. Mi dà motivazione, ma anche più orgoglio. Dovrò sempre tutto ai miei genitori, mi hanno sempre seguito e lo fanno anche ora a Lecce, hanno fatto grandi sacrifici per trasferirsi in città. Il giorno del mio esordio mia mamma si è messa a piangere, è come se fosse stata in campo con me e abbia esaudito il desiderio anche lei”.
Ci racconti il suo percorso in Nazionale con l’Italia.
“Ho iniziato in Under 15, la prima convocazione fu con la Slovenia. È stato bello, è un simbolo di orgoglio, fu una grandissima emozione, anche perché segnai. Ho fatto poca Under 16, sono passato velocemente con Favo all’Under 17, ne ho giocate tante e ho creato un bel rapporto con lui, ci sentiamo e ci teniamo aggiornati. L’Europeo è stato bello dall’inizio alla fine, è come se ci fosse stata una ruota in cui tutto doveva girare bene. La prima ero squalificato, poi feci un bel gol contro la Slovacchia e da lì è iniziato il nostro ciclo, giocavamo meglio ogni partita. Poi per la finale ero tranquillo, eravamo in fiducia tra di noi e con lo staff. Nello stesso anno ho fatto l’Europeo anche con l’Under 19, siamo stati sfortunati in semifinale, se avessimo vinto potevamo alzare il trofeo. Anche quella è stata un’esperienza per il cammino che andremo a fare. Infine c’è l’Under 21, durante la prima convocazione ho fatto 10 giorni a divertirmi. Siamo un gruppo molto forte, ci troviamo bene e si vede in campo. Se c’è da essere seri lo siamo, ma anche quando dobbiamo scherzare, siamo uniti, quasi una famiglia”.
Ha sempre segnato e segna anche ora molti gol.
“Merito della squadra soprattutto, poi del mister e sì, anche mio. Se non si creano occasioni, gli attaccanti fanno fatica. Devi accelerare la forma fisica e la forza mentale, mi adeguo abbastanza in fretta ai ritmi. In Primavera giocare con i 2005 mi ha aiutato tanto, ci ho messo un po’ più del solito a trovare forza e velocità adatta per quelle partite, soprattutto in Youth League. Pure in Serie A devi sforzarti ad adeguarti ai tempi dei più grandi, lì è un’altra roba, giochi contro uomini”.
Qual è il suo film preferito?
“Il film di Ibra lo guardo almeno una volta l’anno, anche di più. È uno dei più forti al mondo, ha fatto la storia del calcio e faceva il mio stesso ruolo. Mi ispiro anche a quello che può aver vissuto e ha fatto in carriera”.
Che cosa le piace fare nel tempo libero?
“Prima praticavo un po’ di boxe, mi piace guardare gli sport di arti marziali, mi piace pure guardare la preparazione dei dolci, la cucina è tra i miei hobby”.
Che ne pensa di un’eventuale chiamata in Nazionale maggiore?
“È il mio sogno. Quando arriverà, se dovesse arrivare, sarò più che contento e motivato al massimo per dimostrare di voler questo posto. Quello che succederà, succederà, ma è il sogno di tutti i ragazzi e di tutti i calciatori. Sarei contentissimo”.
