Nei giorni scorsi ha fatto parecchio rumore la decisione di Marco Reus di lasciare la fascia da capitano del Borussia Dortmund: il tanto forte, quanto sfortunato calciatore tedesco – simbolo della storia recente del club giallonero – ha infatti optato per la cessione della stessa, con l’inevitabile stupore non solo dei propri tifosi, ma anche dell’intero mondo del calcio.
Nelle ultime 24 ore, invece, la notizia probabilmente più roboante non può che essere stata quella inerente all’esclusione di Leonardo Bonucci dal progetto tecnico della Juventus: allo stato attuale delle cose, quindi, il centrale viterbese – tra le icone del ciclo vincente inanellato dalla Vecchia Signora nell’era dei 9 Scudetti (8 nel suo caso a causa parentesi al Milan nella stagione 2017-2018) – appare conseguentemente costretto a cedere i gradi di leader assoluto dei bianconeri a Danilo.
Due situazioni completamente differenti, certo, ma che riportano alla mente diversi casi del passato a margine dei quali il capitano di una squadra ha visto decadere il proprio status. Proviamo a ripercorrerne alcuni dei più memorabili.
Bonucci, Reus e non solo: quando il capitano “perde” la fascia
Johan Cruijff – Dopo che i compagni gli voltarono le spalle, revocandogli la fascia da capitano, il fuoriclasse olandese – nonché tra gli interpreti più forti e innovativi della storia del calcio – decise di abbandonare l’Ajax e di ripartire dalla Spagna, più precisamente da quello che sarà poi il “suo” Barcellona.
John Terry – L’ex capitano di Chelsea e Inghilterra vanta un non proprio onorevole record di ben due declassamenti, entrambi relativi alla sua lunga avventura a difesa dello stemma dei Tre Leoni: la prima a causa del noto scandalo che vide JT tradire il compagno Wayne Bridge in seguito a una presunta relazione clandestina portata avanti con la moglie di quest’ultimo; la seconda, invece, in virtù di alcune accuse di razzismo.
Daniele De Rossi – Anche se solamente per qualche giornata, Capitan Futuro fu costretto a cedere la fascia da capitano della Roma ad Alessandro Florenzi a causa di una controversa espulsione rimediata dallo stesso DDR a margine di un match valido per i preliminari di Champions League contro il Porto.
Andrea Ranocchia – Dopo un’annata molto deludente sul piano tecnico, e una leadership all’interno dello spogliatoio per larga parte dei tifosi venuta irrimediabilmente a mancare, l’ex difensore nerazzurro dovette cedere i gradi di capitano a Mauro Icardi.
Mauro Icardi – Maurito, per l’appunto. Uno dei più prolifici centravanti della storia recente dell’Inter – e della Serie A – ma anche uno dei più dolorosi ricordi che possano affiorare nella mente della tifoseria della Beneamata. A causa di una rivedibile gestione del tema rinnovo, e di alcuni atteggiamenti poco graditi dalla società meneghina, infatti, quest’ultima decise non solo di togliere all’argentino la fascia, ma anche di metterlo per diverse settimane a i margini del progetto. Una decisione che porterà poi a un addio intriso di polemiche, e all’inevitabile cessione dell’ex Sampdoria al Paris Saint-Germain.
Riccardo Montolivo – La risposta italiana – seppur solo a livello numerico e con casistiche del tutto differenti – a John Terry. La prima volta accadde alla Fiorentina quando, appurata la volontà del centrocampista di non voler prolungare il proprio contratto con la Viola, la dirigenza gigliata decise di affidare tale ruolo a Gamberini. Acquisito il ruolo al Milan qualche stagione più tardi, l’epilogo fu lo stesso a causa del successivo approdo in rossonero di (guarda un po’…) Leonardo Bonucci.
