​⚫🔵​ Carlos Augusto: “Inter scelta giusta, vogliamo la seconda stella! Su Inzaghi e la concorrenza con Di Marco…”

Carlos Augusto, laterale mancino dell’Inter, ha rilasciato un’intervista a DAZN soffermandosi – ovviamente – su numerosi temi a forti tinte nerazzurre. Queste – riportate da INNews24.com – le dichiarazioni dell’ex Monza:

«L’Inter punta a vincere sempre lo Scudetto, vogliamo la seconda stella ma anche la finale di Coppa Italia e arrivare più avanti possibile in Champions League. Da quando sono qui mi sono trovato bene con tutti, il gruppo e lo staff mi hanno aiutato tanto per integrarmi. Sono molto felice di fare altrettanto con i miei compagni».

PERCHÉ HO SCELTO L’INTER? – «Perché è una grande squadra, quando ero in Brasile la guardavo in tv, gioca la Champions League come ho sempre desiderato. Ho fatto la scelta giusta».

SULL’ESORDIO A SAN SIRO – «Anche in panchina vedevo i tifosi, tutto straordinario. Ricorderò per sempre questa partita».

CON CHI HO LEGATO MAGGIORMENTE? – «Parlo di più con Frattesi, abbiamo giocato insieme a Monza e quando è uscita la notizia che stavo per andare all’Inter mi ha scritto subito. Parlo soprattutto con lui, ma mi piace farlo con tutti».

SIAMO DAVVERO UNA FAMIGLIA, COME SEMBRA? – «Sì, è così, mi sono sorpreso al mio arrivo. Praticamente è una famiglia, tutti si aiutano, per questo stiamo andando bene».

IL MIO IMPATTO CON INZAGHI – «Un allenatore che ti aiuta a crescere, ti sta sempre vicino, ci parla sempre, tiene il gruppo unito. Mi ha aiutato tanto in questo inizio di stagione. Con lui posso crescere».

L’IMPORTANZA DEGLI ESTERNI NEL SUO GIOCO – «Mi ha spiegato subito la parte tattica, come giocano i quinti. Mi ha aiutato tanto a capire».

SULL’ESPERIENZA AL MONZA – «Quando ho firmato con l’Inter ero a casa con mio padre e pensavo a come le cose andavano velocemente. Ma era il mio sogno giocare in una grande squadra, lui era molto contento, come me. E spero di continuare così».

SUI RUOLI CHE HO INTERPRETRATO IN PASSATO – «Sì, fino a 15 anni ero esterno offensivo, poi sono diventato terzino. Nel passaggio alla prima squadra mi sono adattato a difensore centrale. In Brasile mi dicevano che ero un terzino difensivo, poi sono arrivato in Italia e mi hanno definito terzino offensivo. Diciamo che mi piace fare bene entrambe le fasi, così posso essere più contento. Sono un esterno di centrocampo ma sono anche pronto a fare altri ruoli».

SUI MIEI INIZI – «Non ero uno di quelli che sognavano di diventare calciatori. A scuola ero scarso, poi ho detto a mio padre che volevo imparare un po’ a giocare così i miei compagni mi avrebbero lasciato in pace. Mi ha messo in una scuola calcio e sono andato 11 anni al Corinthians».

INIZIO COL CALCIO NON FACILE? – «Le prime volte alla scuola calcio sono stato 6 mesi e poi ho detto a mio padre che avrei voluto smettere. Poi dopo una pausa sono tornato e le cose sono andate bene naturalmente».

SUL PADRE DI CARLOS AUGUSTO – «Sì, lui voleva sapere perché volevo smettere, poi mi disse che se non avessi firmato a 17 anni il primo contratto da professionista sarei andato a lavorare con lui. Lui non spingeva perché fossi per forza un calciatore, ma è sempre rimasto al mio fianco».

CHE LAVORO FACEVA MIO PADRE? – «Commercialista, mia madre professoressa. Mi hanno aiutato tanto, io poi sono andato per la mia strada da calciatore. Poi quando sono andato al Monza dal Corinthians, in tanti mi chiedevano perché andare in una Serie B italiana. Ma penso di aver fatto la scelta giusta per crescere come uomo e imparare il calcio italiano. Così come credo di aver fatto la scelta giusta venendo all’Inter».

CHI MI HA PORTATO IN ITALIA? – «A guardare le mie partite è stato Filippo Antonelli, direttore del Monza. Poi ho parlato con Galliani. Sono grato a entrambi, mi hanno aiutato tanto. Sono arrivato nell’anno del Covid, sono stato da solo, i miei genitori non potevano raggiungermi. Galliani è stato come un padre per me, gliel’ho detto. Berlusconi? Un presidente sempre vicino alla squadra, amava il calcio. Mi spiace tanto che non ci sia più, ho le foto con lui, è stato un piacere conoscerlo. Quando mi vedeva diceva sempre: ‘Questo è il terzino che fa tutta la fascia, questo è il nostro treno’. Una persona straordinaria».

SU ROBERTO CARLOS – «Lui è stato devastante. Ero piccolo quando giocava qui, ho osservato con più attenzione Marcelo. Ma ho guardato tutti i brasiliani che hanno giocato all’Inter, Roberto Carlos, Adriano, Ronaldo, Julio Cesar».

SULLA CONCORRENZA CON DIMARCO – «Credo sia un bene per tutti e due, lui sta facendo benissimo, è un grande calciatore, parliamo sempre. Voglio aiutare la squadra, essere pronto e quando c’è l’opportunità approfittarne».

MOMENTO MIGLIORE E PEGGIORE DELLA MIA CARRIERA – «Il più brutto forse non essere riuscito a salire in Serie A nel primo anno col Monza. Il più bello l’esordio a San Siro con l’Inter».

DI CHI VORREI LA MAGLIA? – «Neymar».

By Nicola Cosentino

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