L’ex attaccante del Lecce, Javier Chevanton, ha rilasciato un’intervista a SportWeek in cui ha parlato della sua vita attuale e del suo momento buio. Di seguito le sue parole riportate da goal.com:
LA SUA VITA – “Mi sveglio presto per andare al fruttivendolo, faccio un carico di frutta e verdura e la porto qui per sfamare i miei animali”.
IL TATUAGGIO DI UN VECCHIO CAPO INDIGENO SULLA SCHIENA – “Rappresenta il ritorno alle origini, a quelle cose che per troppo tempo ho dato per scontate. Nel 2013, dopo il ritiro, mi sono sentito solo e non avevo più voglia di vivere. Chi mi sera vicino non capiva quanto soffrivo. Mi svegliavo la mattina e non vedevo l’ora che fosse sera per tornare a dormire e staccare la spina. Ho toccato il fondo, sono stato depresso. Nel frattempo, cercavo la felicità comprando macchine e altre cose materiali”.
IL LAVORO CON GLI ANIMALI E L’USCITA DAL TUNNEL – “Pensavo che non avrei più visto la luce, invece questo posto mi ha rigenerato. Arrivo qui, stacco il telefono e sono felice di rimboccarmi le maniche”.
GLI ANIMALI SI CHIAMANO COME I GIOCATORI, IL GALLO…BELOTTI – “È muscolosissimo, pesa sei chili! Sembra palestrato”.
LE CAPRE – “La più piccola si chiama Messi. Mi piace vederle tranquille, libere di correre e giocare. La mia pace è tutta qui”.