😞 Cioffi: “Volevamo vincere, ma credo nella squadra. I fischi? Sono giusti”

Al termine della gara casalinga pareggiata 1-1 contro la Salernitana l’allenatore dell’Udinese Gabriele Cioffi ha rilasciato alcune dichiarazioni a DAZN.

Queste le parole, riprese da TMW:

Che peso dà a questo risultato?
“Il peso che ha un pareggio, che fa un po’ scontenti tutti perché volevamo vincere. La squadra è entrata in campo un po’ contratta, ha preso gol subito e poi si è sciolta. Ha creato e trovato spazi e poi ha trovato il gol nel finale del primo tempo. Siamo rientrati in campo consapevoli di vincere, creando meno ma avendo più presa sulla gara. Sull’espulsione grossa ingenuità, ma bravi i ragazzi che hanno retto. Stavo per cambiare i due quinti”.

Grande ingenuità.
“A Genova l’ha commessa Kristensen. Oggi è molto penalizzante, ha cambiato molto il risultato”.

Soffrite la pressione?
“Ha l’aspetto di voler vincere la seconda partita in casa e di veder gratificata la mole di lavoro. Ho ragazzi giovani, forti e motivati e non vacillo”.

La testa conta più della tecnica?
“La testa conta anche quando le vinci tutte, è il primo ingrediente per il successo”.

Vi manca cattiveria sotto porta?
“Di occasioni pulite ne abbiamo avute 2/3 nel primo tempo, non sono poche. Nel secondo abbiamo avuto un’occasione con Kamara e un paio di colpi di testa. Talvolta basta rompere le acque”.

Nella lotta salvezza guarda qualche squadra in particolare?
“E’ una maratona e vince chi crede nel lavoro, guardando i propri obiettivi e non gli avversari. C’è da lavorare e ho grande fiducia nella squadra. Corriamo forte”.

Che partita si aspetta con la Lazio?
“Mi aspetto una partita velenosa per gli strascichi arbitrali, ma sono fiducioso di un arbitraggio equo. Dovremo gestire le nostre pressioni, loro proveranno ad alzare la tensione. Da qui a Roma abbiamo tempo di lavorare e ricompattarci”.

I tifosi hanno contestato.
“Dobbiamo accettare, loro sono il motore per cui noi lavoriamo. Devono essere entusiasti di ciò che vedono, noi incassiamo e non vediamo l’ora di renderli fieri di noi”.

By Emanuele Garbato

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