“Il City gioca meglio senza Haaland”: provocazione o realtà?

Si è spesso discusso, negli anni passati, di quanto un attaccante di ruolo mancasse al Manchester City di Pep Guardiola per capitalizzare la mole di gioco e di occasioni prodotte nell’arco del match. Ora che questo attaccante è arrivato, confermandosi ampiamente il più forte e decisivo nel suo ruolo, appare tanto ridicolo quanto insensato mettere in dubbio, sotto l’aspetto tattico, la spettacolarità di quanto offerto dalla squadra.

Il calcio corre a velocità inaudite e, ogni concetto, per rivoluzionario che sia, è sempre destinato a passare di moda e ad essere meno efficace nel corso del tempo. Quando il tecnico catalano iniziò a giocare senza centravanti, affermando che il suo era lo spazio, correvano altri tempi. Gli ultimi Manchester City, dominanti e strabordanti in tutte le zone del campo, hanno sempre palesato la mancanza di un attaccante di razza che riuscisse a trasformare in rete la fitta molte di palle vaganti per l’area di rigore.

Per soccombere a tale mancanza, Pep ha deciso di affidarsi al migliore in circolazione: Erling Haaland. Quella di un City meno bello con l’attaccante norvegese è un concetto soggettivo, che non può esser sottoposto ad un’analisi oggettiva. Il concetto di bellezza infatti appare troppo differente per poterlo rinchiudere in concetti e stereotipi teorici e a mere statistiche.

 

Certo è che nel calcio la bellezza serve relativamente e, Guardiola più di tutti, ne è la conferma. Quando sosteniamo che l’ex Barcellona ne sia la conferma per eccellenza, lo facciamo sulla base del fatto che per lui la bellezza è sempre stato un mezzo e mai un fine. Perché la bellezza fine a sé stessa non riempie le bacheche. E quelle del tecnico e dei club in cui ha militato si sono riempite prepotentemente negli ultimi anni.

Giocare con dieci centrocampisti probabilmente garantirebbe un tasso di bellezza nel fraseggio senza eguali, ma tale bellezza non porterebbe mai ad avere un solido equilibrio di squadra. A nostro modo di vedere le cose, un concetto di bellezza non fine a sé stessa è proprio quella inscenata quest’anno dal City che, mantenendo forte la sua fisionomia di gioco, ha posto al vertice un giocatore che trasformi all’atto pratico quanto costruito.

By Demetrio Oriolo

Durante il percorso di formazione classica ho sviluppato l'interesse per il giornalismo. Mi sono immerso nel mondo dell'informazione nel 2016, prendendo parte ad alcuni progetti in via di sviluppo, salvo poi continuare questo percorso di formazione e di crescita lavorando per prestigiosi progetti quali "Il Calcio Calabrese", "Calciomercato Report", "La Politica del Popolo" e "Calciatori Ignoranti". Sono uno dei fondatori del blog "Carpe Ideam". Nel corso degli anni ho collaborato con le testate "La Notizia Sportiva", "Pianeta Serie B" e "Calabria Live" e con il blog "Pianeta Champions" nel ruolo di editorialista. Vanto diverse pubblicazioni con "Il Quotidiano del Sud".

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