❤️ Dybala: “L’Italia è la mia seconda casa, qui a Roma sto benissimo”

L’attaccante della Roma Paulo Dybala è stato ospite del nuovo episodio del format Campioni del Made in Italy.

Ecco le sue parole, riprese da TMW:

“Roma è magica. Quando ero bambino e, ovviamente, vivevo in Argentina, vedevo Roma nei film. La mia impressione era di una città enorme, qualcosa di veramente grande. Il primo giorno che sono arrivato in Italia, sono arrivato a Roma e per me era un sogno diventato realtà”.

Il rapporto con il calcio:
“Gioco a calcio da quando ho memoria, può sembrare esagerato, ma è così. I ricordi più belli che ho sono spesso legati al calcio. Non avrei mai pensato sarebbe diventato qualcosa di così importante, di così grande, perché uno può immaginare la cosa, si può sognare, però viverla è incredibile. Nella mia vita il calcio è in ogni momento. Dico sempre che a noi argentini, prima ci danno il ciuccio, poi un pallone da calcio”.

Il cinema e il calcio:
“Quando ero un bambino vedevo film e la mia preferita era “Il Gladiatore”. Questo è uno degli stadi più belli del mondo (indica il Colosseo ndr). Sarebbe bello fare una partita di calcio qui. Tutto ciò che circonda il mondo del cinema credo che abbia un legame col mondo del calcio. Alla fine è molto simile, perché ci sono gli attori protagonisti, nel nostro caso i giocatori che vanno davanti alle telecamere e ogni giocatore ha un ruolo diverso e tutti lavorano affinché, quando arriva il momento, ognuno possa dare il meglio sia su un set, che su un campo da calcio. Se dovessi paragonare un film a una partita di calcio, credo che la finale dei Mondiali sarebbe il film perfetto”.

La presentazione al Colosseo quadrato:
“Qui è dove tutto ha avuto inizio. Il mio primo giorno qui è stato una sorpresa. È stato incredibile. Il club aveva organizzato un grandissimo evento ed è venuta tantissima gente, è stato veramente spettacolare e ogni giorno che passo per di qua penso sempre a quella serata”.

Roma di notte:
“È incredibile tutta la storia che c’è qui. Passiamo di qui abbastanza spesso e mi piace ammirare la città , soprattutto di notte. Tutto è illuminato ed è tutto più bello, è un’altra cosa”.

Gli inizi col calcio:
“Quando avevo 4 anni e ho cominciato in un scuola calcio e giocavo con gli amici. Ero molto giovane e quando avevo 10 anni, mio papà mi portò a Cordoba e mi fece fare un provino all’Istituto di Cordoba. Ricordo quei sette anni con molto affetto. Anche se non sono mancati momenti difficili per questioni familiari. Dopo sette anni ho giocato in prima squadra e ho debuttato tra i professionisti che era il mio obiettivo, il mio sogno da bambino. Dico sempre che a volte serve un po’ di fortuna, il lavoro duro a volte non basta, un pizzico di fortuna potrebbe aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi, ma bisogna fare sacrifici e allenarsi duramente. Senza dedizione al calcio le cose diventano più difficili. Farlo per molto tempo non è un sacrificio. se è quello che ti piace non è un sacrificio.Ognuno ha le proprie priorità , qualcuno potrebbe semplicemente concentrarsi sul fare il possibile, ma penso che ognuno ha in mente le sue e nel mio caso il calcio è sempre stato al primo posto”.

Riesci a camminare per Roma?
“Il problema è che vieni riconosciuto. Se qualcuno ti ferma, tutti gli altri fanno lo stesso. All’inizio si vergognano o hanno paura, ma se ti fermi con una persona devi farlo con tutti”.

Che importanza ha avuto l’Italia nella tua vita?
“Ha avuto un ruolo molto importante, vivo qui da più di 10 anni. Ho conosciuto persone incredibili, questo paese mi ha cresciuto e insegnato molte cose. A Roma mi hanno trattato benissimo sin dal primo giorno. Sarò sempre argentino, ma l’Italia è la mia seconda casa e spero che continui a esserlo per molto tempo”.

I tifosi?
“Gli italiani sono molto simili agli argentini, i tifosi anche. La passione per il club, l’amore per la maglia. Guardavo spesso le partite della Roma, ma se non sei dentro è difficile capire cosa significa e cosa prova la gente”.

By Emanuele Garbato

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