L’allenatore del Como Cesc Fabregas ha parlato in conferenza stampa presentando la sfida che vedrà i suoi affrontare il Genoa nella giornata di lunedì.
Queste le sue dichiarazioni:
Come stanno i nazionali dopo la sosta? “Bene, sono ritornati tutti bene e a disposizione. Non c’è Van der Brempt e Diao, il resto bene. Siamo carichi per giocare e iniziare le partite un’altra volta, però non posso mentire di giocare lunedì perché abbiamo più tempo per preparare tutti la partita. Addai e Kuhn si sono allenati, Caqueret ha giocato e Diego Carlos anche. Bene per recuperare e prendere minutaggio”.
Possibile rivedere Vojvoda terzino destro? E Kuhn-Addai? “Tutto è possibile. Penso che abbiamo speso soldi nel mercato là davanti con esterni di qualità giovani, forti. Ma c’è un tempo di adattamento per tutti, per me anche, per conoscere la squadra. Ma sono molto contento, abbiamo 3 esterni, Addai e Kuhn hanno fatto tutta la partita contro il Mantova per soffrire e arrivare a fare quel qualcosa in più. È una possibilità che uno dei due cominci dall’inizio”.
Come sta Morata? Quanto gli manca per arrivare al 100%? “Sarebbe stato meglio se fosse rimasto qua. Noi però siamo fortunati, giochiamo lunedì e normalmente una volta alla settimana. Se invece giochi in Europa non c’è tempo ma tanto video, poco campo e parlare troppo. Ma lui è abituato, ha fatto tutta la carriera così. Solo lui può dirti come sta. Però è molto vicino, ha giocato anche 20-25 minuti con la Nazionale. Il momento arriva per tutti”.
Diego Carlos come l’hai visto? “No, non c’è ballottaggio con Kempf. C’è opportunità per tutti. Jacobo può giocare a destra e sinistra, Goldaniga ha fatto 4-5 partite a sinistra, però tutti sono a disposizione. Vero che arriva da un percorso in cui si allenava ma non giocava partite. Tutti giocheranno e avranno il loro minutaggio. Dipende da loro”.
Può essere la volta di Baturina? “Può essere la sua opportunità oppure fare un cambio a gara in corso. Arriva da un altro Paese, con un altro tipo di intensità, sono convinto che darà tanto. Alcune volte quando si vuole forzare le cose è peggio. Ha solo 22 anni, dobbiamo ricordarlo. Alcune volte sento che è costato 17 milioni e c’è pressione come fosse Maradona. Calma. Tutti devono avere il proprio adattamento. Io sono molto tranquillo su questo. Se tu metti questi ragazzi nel contesto sbagliato dopo serve più tempo per farli tornare in fiducia. Io in lui credo tantissimo, ma sa che questa è una squadra di qualità, gioca in una posizione in cui ci sono diversi giocatori. Quando il momento arriva, dovrà dimostrarmi che merita di giocare”.
Commento sulla fascia da capitano a Da Cunha? “Decisione mia. Penso che adesso sì che possiamo parlare di una mia squadra. Sono già 3 mercati che facciamo scelte dedicate alle caratteristiche che richiedevo un anno e mezzo fa. Lucas rappresenta tutto quello che vogliamo creare qui a Como. La cultura, la sensazione che sta sempre zitto e voglia lavorare. Lui e Strefezza il chiaro esempio dei giocatori che avrei voluto al Como. Lucas rappresenterà la gente di Como e tutti noi con una testa molto alta, con grandissimi valori. Ha un centrocampista top e solo 24 anni, solo un anno che gioca in quella posizione. Per me farà molto bene nel suo futuro”.
Adesso ha tutti a disposizione, ha 6-7 ballottaggi nello stesso ruolo. La mette in difficoltà? “Il Genoa è una squadra che si adatta a te. Loro ti vengono a pressare con 4-5 giocatori, non hanno una struttura difensiva chiara ma ti vengono a pressare. Che sia la nostra stessa struttura non sono d’accordo, ma non faccio le scelte pensando quello che fanno le altre. Abbiamo una squadra molto competitiva, questa però è stata la migliore settimana di sempre per fame e voglia. Speriamo di riportarlo al campo di fronte alla nostra gente. Io noto la differenza. Vado a dormire con più incertezza di prima, perché Caqueret lo vedi giocare e dici: ‘Un livello enorme’. Ma non ha giocato. Idem Martin Baturina. A me piace molto. Vedere tutti i giocatori che hanno capito il messaggio, che se qualcuno abbassa la cresta è più difficile giocare. A Como ci sono 10mila allenatori e farebbero una cosa diversa da quello che farei io lunedì. Un piacere ma è difficile, però chi entra dalla panchina tante volte può farti vincere o perdere. I tifosi però seguono tutti noi e noi siamo responsabili che loro seguano di più o no”.

