La Gazzetta dello Sport, attraverso il proprio sito, ha analizzato il periodo oramai esteso vissuto da Rafael Leao, perno del Milan: “[…] La caccia alla rete smarrita prosegue – siamo sempre fermi a quel fatidico 23 settembre, giorno di Milan-Verona -, ma è complicatissimo, quando si parla di Rafa, limitarsi agli orizzonti in cui la palla entra. Perché alla fine è determinante anche quando non segna […].
[…] Quelli col Napoli, per esempio, sono stati punti pesantissimi, destinati a incidere nella corsa a un piazzamento Champions. Certo, il gol è di Hernandez, ma Rafa l’ha spedito faccia a faccia con Gollini. Sapeva come mettergliela, sapeva quanta forza dare al pallone. Il fatto è che ci sono sempre due o tre Leao dentro la stessa partita. C’è quello dell’assist vincente e c’è quello dell’assist sbagliato, com’era successo qualche minuto prima. Una linea di passaggio forse persino più facile, ma ne è venuto fuori un appoggio fuori misura, per i mugugni di San Siro. C’è il Leao del magnifico destro a giro che non finisce nel sette soltanto perché Gollini vola come Tarzan, e c’è il Leao che lascia una macchia sulla sua partita perché si libera di un difensore e calcia malamente fuori con tutto lo specchio della porta a sua disposizione. Con lui è così, prendere o lasciare. E il Milan prende, eccome se prende. Niente gol, okay, ma piovono assist. In questo campionato siamo arrivati a quota sette, ovvero soltanto uno in meno di quanto messo a referto nei precedenti due tornei. E mancano ancora quattordici partite.
Pioli spiega che Rafa si sta adattando a un tipo di calcio in parte diverso rispetto a quello delle stagioni precedenti, ma in realtà Leao dà l’impressione di giocare più o meno come sempre. Punta l’uomo, cerca la profondità e, soprattutto, sa come alzare la testa per vedere il compagno messo meglio. Sempre con il sorriso, ovviamente. “Smile”, come il libro che ha appena pubblicato. Perché non sarà certo qualche settimana di troppo senza gol a fargli perdere il piacere di giocare a pallone”.
