La Gazzetta dello Sport, attraverso la propria edizione odierna, ha analizzato in maniera critica l’operato di Walter Mazzarri dal suo ritorno in quel di Napoli: “Quando un bellissimo giocattolo si rompe, non è necessario buttarlo via o dimenticarlo in fondo a una cesta. Si può provare ad aggiustarlo o comunque a fare in modo che ci si diverta ancora ad usarlo. Sia per la prestazione deludente sia per la contemporanea vittoria della Fiorentina, che in attesa del Bologna mette i campioni d’Italia a cinque punti dal quarto posto, obiettivo minimo e imprescindibile.
Per aggiustare il giocattolo è stato chiamato a novembre Mazzarri, che invece sta completando l’opera di demolizione iniziata da Rudi Garcia. Viene quasi il sospetto che il problema sia in campo più che in panchina, ossia in giocatori che non sono più in grado di esprimersi nemmeno su livelli sufficienti. Spalletti evidentemente aveva capito tutto. Però gli allenamenti servono proprio a questo: a mettere a posto le cose che non funzionano, a trovare il modo di sfruttare le qualità individuali in un collettivo organizzato, a far crescere la condizione. Il Napoli, invece, è sempre lo stesso.
Simeone è rimasto in panchina fino all’85’: perché? Mazzarri, invece di protestare nei confronti dell’arbitro con conseguente espulsione, dovrebbe chiedersi cosa abbia dato finora al Napoli. Di sicuro non un rendimento positivo: la media punti di Garcia era migliore della sua (1,75-1,16); il giorno dell’esonero del francese la squadra era quarta, adesso è settima”.
