Juventus, da chi ripartire nella prossima stagione?

JUVENTUS PROSSIMA STAGIONE – La stagione 2021/2022 rimarrà impressa negli occhi della Juventus e dei suoi tifosi per moltissimo tempo: dopo 10 anni di dominio, trionfi e trofei, infatti, la Vecchia Signora ha chiuso l’annata senza alcun titolo, con due finali perse contro gli acerrimi rivali dell’Inter (Supercoppa prima, Coppa Italia poi) e con un quarto posto che non può che rappresentare solamente una magrissima consolazione in una stagione, sotto tanti punti di vista, da cancellare.

Tuttavia, il declino della gloriosa parabola bianconera sembrava già da alcune stagioni evidente e non è altro che il risultato di una serie di scelte e politiche del tutto poco comprensibili, e spesso contradditorie, adottate da parte della società nell’ultimo triennio: dalla volontà di separarsi da Allegri al termine della stagione 2018/2019, sposando una mentalità più moderna ed europea e abiurando alla storica mentalità che da sempre contraddistingue il club più importante d’Italia, per poi silurare Sarri e Pirlo in appena due anni e decidere di ritornare sui propri passi, dando vita alla seconda era del trainer livornese sotto la Mole. A ciò, si aggiungono: acquisti oggettivamente sbagliati e strapagati, cessioni e/o scambi del tutto poco comprensibili se non per questioni bilancistiche (Cancelo-Danilo, Pjanic-Arthur, Spinazzola-Pellegrini) e la rivedibile gestione dei casi Ronaldo e Dybala che non hanno fatto altro che testimoniare la scarsa chiarezza di strategie della società e la poca coerenza tra fatti e dichiarazioni: aspetti, questi, che avevano sempre rappresentato la forza del club.

La stagione è, tuttavia, da una settimana in archivio e la società è, comprensibilmente, già al lavoro per programmare il prossimo campionato con la speranza di tornare a fare ciò che al sodalizio piemontese è sempre riuscito meglio: vincere.

Juventus, da chi ripartire nella prossima stagione?

Il primo, cruciale, nodo da sciogliere in casa Juventus è quello legato all’ossatura di calciatori già in rosa da confermare e da cui eventualmente ripartire. Cerchiamo di capire, ruolo per ruolo, chi potrebbe contribuire alla rinascita della società degli Agnelli.

Portieri e difensori

Se tra i pali la compagine bianconera può dormire sonni tranquilli, con un portiere top come Szczęsny che ha dato ampie garanzie nonostante un avvio di stagione difficile e un secondo dal sicuro affidamento come Perin, in difesa con l’addio di Chiellini, e la carta d’identità che anche per Bonucci inizia a pesare, la società sarà chiamata ad agire in maniera intelligente e oculata. De Ligt rappresenta il presente e il futuro della difesa bianconera e, nonostante qualche fisiologico errore che deve essergli per forza perdonato considerata l’età, l’olandese è destinato a diventare tra i migliori al mondo nel suo ruolo nel giro di pochissimo tempo. Rugani è un buon difensore, ma ha dimostrato di non avere la personalità di poter guidare la difesa della Juventus, non rispettando le ottime premesse del ragazzo che aveva strabiliato a Empoli. Quanto farebbero comodo, al momento, due profili come Demiral e Romero, ragazzi forse lasciati andare via troppo a cuore leggero dalla dirigenza? Sulle fasce, Alex Sandro è oramai da anni la brutta copia del “martello” visto solamente nei primi anni in bianconero; Pellegrini ha fatto intravedere delle buone cose nella prima stagione alla corte di Allegri, ma è evidente che non sia ancora pronto per prendersi le chiavi della corsia mancina di difesa. A destra, la certezza si chiama Juan Cuadrado, tra le pochissime fonti di gioco della poco entusiasmante proposta juventina e tra i top del campionato. Altro elemento dal quale ripartire è sicuramente Danilo: l’ex brasiliano non è Cancelo (il migliore al mondo nel suo ruolo al momento, da qui la poco comprensibile idea del suddetto scambio), ma si è comunque rivelato una piacevole certezza in termini di rendimento, duttilità e attaccamento alla maglia. De Sciglio, infine, non offre assolute garanzie ma, essendo pretoriano di Allegri per antonomasia, rimarrà alla corte di Max con ampie probabilità dopo il rinnovo. Da tenere sotto osservazione, inoltre, il profilo di Koni De Winter, classe 2002 belga che ha anche già esordito in Champions League negli ultimi minuti del 4-0 incassato a Stamford Bridge con il Chelsea.

Centrocampisti

Il reparto che, più di tutti, avrà vitale bisogno di un profondo restyling. Le uniche certezze sembrerebbero essere, giustamente, Locatelli, McKennie e Zakaria. Rabiot spacca da sempre in due l’opinione pubblica ma riceve sempre fiducia da chicchessia l’allenatore di turno. Considerato il pesantissimo ingaggio e la scarsissima continuità di rendimento, però, il francese non può di certo essere considerato come un intoccabile. Arthur è oggettivamente un calciatore di assoluto spessore dal punto di vista tecnico, ma il brasiliano è forse l’elemento presente in rosa che, più di tutti, ha sofferto l’adattamento a una proposta di gioco del tutto contrapposta a quelle che sono le proprie peculiarità in termini di possesso, gestione e coralità. Pertanto, l’ex Barcellona andrà certamente via da Torino. La Juventus, però, ha un’occasione unica, considerato il particolare momento storico che il club sta attraversando: dar fiducia ai propri giovani. In tal senso, Fabio Miretti ha trovato spazio nelle ultime uscite stagionali, impressionando in positivo per qualità e personalità; Nicolò Fagioli, reduce da una stagione monstre a Cremona, ha confermato di essere pronto da tempo per palcoscenici ancora più importanti; Filippo Ranocchia, invece, nonostante la retrocessione e la flessione nel girone di ritorno si è comunque rivelato complessivamente uno dei migliori del Vicenza e un profilo da tenere d’occhio per il futuro, al pari dell’esplosivo Marley Aké e del talentuoso Matias Soulé, da tempo nel giro della Nazionale argentina.

Attaccanti

Un nome e un cognome: Dusan Vlahovic. Il serbo, in bianconero, non ha sicuramente mantenuto la stratosferica media goal registrata nel girone d’andata alla Fiorentina, ma ha dato ulteriore dimostrazione di essere un calciatore di un altro livello per mentalità, fame e per la capacità, nonostante lo scarsissimo supporto ricevuto da compagni e proposta, di trovare sempre e comunque la porta a discapito dei pochissimi palloni ricevuti nell’arco dei novanta minuti. La rinascita della Juventus passa soprattutto da lui, ma pensare che DV7 possa risolvere da solo tutte le partite, e le stagioni, venendo servito così poco (e male) sarebbe una mera follia. Accanto al talento scuola Partizan Belgrado, spicca un altro ex viola: Federico Chiesa. La maturità acquisita dal figlio d’arte dal suo approdo in bianconero è clamorosa, e il bruttissimo infortunio al ginocchio patito nella trasferta di Roma rappresenta solo uno spiacevole incidente di percorso che non fermerà la carriera e la crescita di un calciatore spaziale. I dubbi principali, invece, sono legati al futuro di Alvaro Morata. Giunto nelle ultime ore di calciomercato estivo nell’anno di Pirlo come “ripiego” ai mancati arrivi di Suarez e Dzeko, ha dimostrato di essere legatissimo alla Juventus e di rappresentare un’importante risorsa nell’economia del gioco bianconero. La sua stagione double-face è legata, anche qui, all’approdo in bianconero di Vlahovic: se nella prima metà di stagione l’ex Real Madrid e Chelsea ha palesato tutti i propri limiti nel giocare da principale riferimento offensivo e nel lavorare spalle alla porta, l’avvento del serbo lo ha liberato da tali compiti e dirottato maggiormente verso una sezione di campo più esterna, dove lo spagnolo ha dimostrato di trovarsi maggiormente a proprio agio, riuscendo a esaltare le proprie tradizionali caratteristiche. La sua eventuale conferma rappresenterebbe sicuramente un importante tassello, ma molto dipenderà dalle richieste dell’Atletico Madrid, club detentore del suo cartellino. In chiusura, c’è Moise Kean, la cui valutazione stagionale deve prendere in considerazione gli aspetti tattici già poc’anzi evidenziati con riferimento a Morata, e ai relativi benefici generati da Vlahovic. Il classe 2000 era stato venduto all‘Everton proprio nel momento in cui sembrava potesse esplodere una vera e propria gemma nel calcio italiano: il ragazzo ha deluso in Inghilterra e ha avuto una buona parentesi al PSG, per poi tornare in bianconero per sostituire addiritura Cristiano Ronaldo, via dall’Italia a poche ore dalla chiusura dello scorso mercato estivo. Una dinamica, e una soluzione, che sono lo specchio della oggettiva confusione societaria degli ultimi anni…La sua permanenza potrebbe dipendere da quella di Morata, ma di certo non rappresenta una irremovibile priorità.

 

By Nicola Cosentino

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