Klopp, delusione legittima: non ha trionfato chi avrebbe meritato

Com’è giusto che sia, a calciatori, staff e tifosi del Liverpool questa tipologia di merito interesserà poco. Vincere una Champions League dà un sapore diverso alla propria vita, concretizza un momento da poter raccontare alle successive generazioni, scrive una pagina nel libro dell’esistenza che il tempo non può dissolvere. Dinanzi a queste affascinanti possibilità, riconoscere la bontà della prestazione è probabilmente poco foriero di sollievo.

Liverpool, è mancato solo il gol

Si sta scrivendo e dicendo tanto sull’impareggiabile record del Real Madrid, che con la quattordicesima Champions League ha doppiato la seconda squadra ad aver vinto per più volte la Coppa dalle grandi orecchie, ovvero il Milan (altro club nel destino e nel cuore di Carlo Ancelotti), “fermo” a sette. Nel calcio non esiste la verità ma a indirizzare le discussioni devono essere i pareri, e quello di chi scrive porta a ritenere ingiuste le sottolineature appannaggio dei Blancos, che ieri ai punti non avrebbero meritato la vittoria poi effettivamente arrivata.

Dati UEFA alla mano, il match si è concluso con 23 tiri a 3 (facile immaginare a chi appartengano i rispettivi numeri), 73 attacchi a 24, 536 passaggi a 446. Numeri che, presi singolarmente, possono legittimamente dire poco ma che, coniugati in un unico discorso, dimostrano come ieri ad aver condotto la partita sia stata decisamente la squadra allenata da Jurgen Klopp. Il Real ha tirato in porta appena una volta e ha trovato il gol con l’uomo probabilmente più cresciuto sotto la gestione Carletto, ovvero quel Vinicius Junior che ha definitivamente scacciato da sé il peso dell’essere considerato poco concreto, tra l’altro diventando il primo giocatore sudamericano ad aver partecipato ad almeno dieci reti in un’unica edizione di Champions League all’età di ventuno anni (o meno) dopo tale Lionel Messi nell’annata 2008/2009.

La DecimoCourtois

È così che – con il giusto mix di legittima ironia e lucida consapevolezza – il Real Madrid ha definito la conquista maturata. Thibaut Courtois, MVP della finale, come evidenziato ieri da Opta ha fatto registrare un duplice record: nessuno prima di lui aveva compiuto tante parate (9) nell’ultimo atto della massima competizione europea e nessuno aveva mai effettuato lo stesso numero di interventi (59) nel corso di un’intera edizione. Una prestazione ciclopica, che ha impedito al Liverpool di segnare e, probabilmente, di alzare la coppa. Performance formato Pallone d’oro, premio che pare comunque indirizzato verso il suo compagno di squadra Karim Benzema, a tratti imaginifico nel corso di questa stagione.

 

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Crudele discutere Klopp

Complice questa sconfitta, Klopp ha eguagliato lo spiacevole record di Marcello Lippi, dato che sono diventate tre le finali di Champions League perse. Ciononostante, il nativo della Foresta Nera resta – e resterà – uno dei migliori e più iconici allenatori nella storia del calcio. Impossibile discutere colui che ha contribuito a rendere grande il Borussia Dortmund e a rimettere il Liverpool sulla cartina dei giganti d’Europa. Riconoscimenti che sarebbe crudele – e disonesto – non attribuirgli.

By Redazione PianetaChampions

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