Lampard e le altre leggende in panchina nei loro ex club

Dopo l’esonero di Graham Potter il Chelsea ha nominato Frank Lampard allenatore della prima squadra ad interim. Per i Blues si è trattato del disperato tentativo di risollevare una stagione disastrosa: in Premier i londinesi occupano l’11ª posizione a quota 39 punti e sono più vicini alla zona retrocessione che a quella europea. I punti di distanza dal quinto posto, occupato dal Tottenham, sono ben 14; rispetto al quarto posto, l’ultimo valido per la qualificazione in Champions, i punti di distacco sono ben 17. Se invece si guarda alla zona retrocessione, essa dista 12 lunghezze dai Blues: Nottingham Forest ed Everton sono appaiati a quota 27 in classifica. L’arrivo di Lampard non sembra aver sortito gli effetti sperati. La sconfitta con il Wolverhampton al “Molineaux” (1-0) ha evidenziato i limiti del Chelsea. Anche ai quarti di Champions il club inglese ha deluso le aspettative: sconfitta 2-0 contro il Real Madrid di Ancelotti al “Bernabeu” (Benzema e Asensio a segno) complice l’ingenua espulsione di Chillwell. Adesso il difficile impegno con il Brighton e il ritorno a “Stamford Bridge”: riuscirà Lampard a trasmettere la carica giusta alla squadra?

Oltre a Frank Lampard, nel corso degli anni vari allenatori si sono ritrovati sulle panchine dei club che li hanno resi grandi. Tra i tanti esempi a disposizione, spiccano senza dubbio quelli di alcuni campioni che hanno scritto le pagine di questo sport. Su tutti Guardiola, Cruijff, Bielsa, Zinedine Zidane, Diego Simeone, Henry, Capello, Inzaghi, Seedorf e Andrea Pirlo.

GUARDIOLA, ZIDANE E SIMEONE

Dopo più di dieci anni con la maglia del Barcellona, Guardiola intraprende la propria carriera da allenatore proprio con i blaugrana, nel 2007. Il tecnico spagnolo inizia con il Barcellona B, ma nel giro di un anno assume la carica di allenatore della prima squadra. I quattro anni con i catalani sono magici: poi il divorzio, l’approdo al Bayern Monaco nel 2013 e al Manchester City tre anni dopo. Restando in Spagna, non si possono non citare Zinedine Zidane e Diego Simeone. Il primo arriva al Real Madrid nel 2001 dalla Juventus, gioca per cinque anni e poi si ritira: ma il ricongiungimento di Zizou con i Blancos avviene. Nel gennaio del 2016 Zidane si prende la panchina, che manterrà fino a maggio 2018. Sotto la sua guida, in poco più di due anni il Real Madrid vince 3 Champions League, 2 Mondiali per Club, 2 Supercoppe Europee, una Supercoppa di Spagna e una Liga. Dopo il divorzio, Zidane torna alla guida del club nel 2019, fino all’estate 2021: vince un’altra Supercoppa di Spagna e un altro campionato. Per quanto riguarda Simeone, la sua carriera è inevitabilmente intrecciata con l’Atletico Madrid. Il Cholo arriva in Spagna nell’estate 2001 dalla Lazio, vestendo per un anno e mezzo la maglia dei Colchoneros. Poi la cessione al Racing e il ritiro dal calcio giocato; Simeone intraprende quindi un percorso da allenatore: dopo fugaci esperienze con River Plate, San Lorenzo, Catania e Racing, nel 2011 Simeone firma con l’Atletico Madrid. Da allora, il Cholo non ha più cambiato panchina. Nel suo palmarés troviamo 2 titoli di Spagna, 2 Supercoppe Europee, 2 Europa League, una Coppa di Spagna e una Supercoppa spagnola, oltre alle due finali di Champions League perse in modo cocente contro il Real Madrid (2014 e 2016).

CRUIJFF, BIELSA E HENRY

Il primo, ovvero Johan Cruijff, ha scritto la storia dell’Ajax a partire dalla metà degli anni Sessanta. Proprio in Cruijff trovò un modello Pep Guardiola. Cruijff, dopo i trascorsi con la maglia dei lancieri e con il Barcellona, è poi diventato tecnico di entrambe le squadre dopo il suo ritiro dal calcio, avvenuto dopo una breve esperienza al Feyenoord. Inoltre, l’olandese allenò proprio Guardiola, ai tempi di Barcellona: i due ebbero modo di lavorare insieme in blaugrana. Per quanto riguarda Marcelo Bielsa, “El Loco” ha inizato la carriera da allenatore con lo stesso club che lo ha lanciato. Si tratta del Newell’s Old Boys, squadra della città argentina Rosario. Le sue gesta con il club argentino gli sono valse diversi tipo di onorificenza, tra cui l’intitolazione dlelo stadio della squadra. Infine, Thierry Henry ha avuto modo di lavorare con il Monaco sia da allenatore che da giocatore. A fine anni ’90 (1995-1999) l’attaccante francese ha giocato per il club monegasco, prima delle esplosioni con Arsenal e Barcellona. Nella sua breve carriera da allenatore, Henry ha avuto modo di allenare il Monaco per tre mesi: da ottobre 2018 a gennaio 2019, collezionando appena 20 panchine.

CAPELLO, INZAGHI, SEEDORF E PIRLO

Spostandosi in Italia, è d’obbligo citare Fabio Capello. Giocatore del Milan dal 1976 al 1980, Capello approda sulla panchina rossonera undici anni dopo, sostituendo Sacchi, per volontà di Berlusconi. Gli anni del Milan dal 1991 al 1996 sono formidabili: Capello vince 4 scudetti, una Champions League, una Supercoppa Europea e ben 3 Supercoppe Italiane. Lato Milan, un altro giocatore che ha assunto la carica di allenatore dopo diversi anni d’oro è stato Clarence Seedorf. Dopo 10 anni in rossonero (2002-2012), l’ex centrocampista guida la squadra da gennaio a giugno 2014. L’esperimento fallisce: il Milan non riesce a centrare nemmeno la qualificazione in Europa League. L’anno successivo, il Milan affida la panchina a Filippo Inzaghi, reduce da due anni di esperienza nelle giovanili rossonere. In prima squadra, dopo un inizio promettente, l’allenatore non raggiunge gli obiettivi sperati e dopo un solo anno le redini passano a Sinisa Mihajlovic. L’ultimo nome è quello di Andrea Pirlo: dopo l’esperienza decennale con il Milan, il centrocampista passa alla Juventus nell’estate 2011. Resta in bianconero per 4 stagioni, prima di approdare al New York City. Da allenatore, Pirlo viene incaricato di guidare la Juventus U23 il 30 luglio 2020: appena 9 giorni dopo, i piani bianconeri cambiano e il neo tecnico finisce per assumere il comando della prima squadra. Nel campionato 2020/21, Pirlo guida la Juventus alla vittoria della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana, conquistando la qualificazione in Champions all’ultima giornata ai danni del Napoli.

By Pietro Galliano

Classe 2003, amante del calcio in ogni sua forma, aspirante telecronista e giornalista sportivo.

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