Dopo un avvio di stagione sprint, con le redini dell’Inter sulle proprie spalle e il dovere di non far pesare le ripetute assenze di Lukaku, Lautaro Martinez è giunto in Qatar come prima scelta nel ruolo di spalla di Lionel Messi nello scacchiere composto da Scaloni.
Le ottime prestazioni fornite con la maglia dell’Inter, miste alle conferme date a più riprese con la maglia Albiceleste, hanno messo subito il ct nelle condizioni di considerare il numero dieci nerazzurro partner perfetto per la Pulce. Ed è su questa consapevolezza che la selezione è giunta in Qatar. Forte del pronostico di essere tra le squadre favorite per la vittoria del titolo, l’Argentina nella gara d’esordio del Mondiale è caduta incredibilmente contro la meno accreditata Arabia Saudita, con un tiratissimo 1-2. Da subito la prestazione del Toro non ha convinto, ma il ct lo ha confermato anche nella seconda gara contro la Polonia, vinta poi 2-0.
Alcune difficoltà, su tutte la mancanza di cinismo, cosa che lo ha sempre contraddistinto per spietatezza, inducono Scaloni a lasciarlo in panchina per la terza e decisiva gara contro il Messico, per dar spazio a quel Julian Alvarez che tanto ha convinto nel precedente spezzone di partita concessogli. Da qui Lautaro Martinez, nelle successive gare, non entrerà più in campo dal primo minuto, avendo pagato lo scotto dell’esplosione dell’attaccante del Manchester City.
La discesa nelle gerarchie
Pur non disputando più alcuna gara dal prima minuto, dovendosi accontentare di spezzettoni di partita qua e là, Lautaro contribuisce attivamente alla vittoria della Coppa da parte dell’Argentina, fornendo la giuste dose di quantità e qualità quando chiamato in causa, non mancando mai di dare il suo contributo alla causa. Nonostante si continui a pensare che sia lui la spalla perfetta per Messi, quanto dimostrato da Alvarez, nei movimenti con e per la Pulce, ci parlano di due giocatori totalmente opposti, entrambi in grado di supportare egregiamente il capitano.
Martinez, come dimostrato anche in finale, è giocatore perfetto per l’attacco degli spazi e per pungere in ripartenza le retroguardie avversarie. Nonostante qualche errore di troppo in finale, chiamato in causa al minuto 103 per sostituire l’esausto Alvarez, il contributo che lo stesso ha dato nella doppia fase di gioco nella successiva mezz’ora si è rivelato determinante. Ricordando inoltre che il suo taglio, che ha anticipato la conclusione su cui Lloris ha effettuato un miracolo, ha poi propiziato il gol del momentaneo 3-2 siglato da Messi.
Hermosa mañana, ¿verdad?
— SportsCenter (@SC_ESPN) December 19, 2022
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Da titolare inamovibile a riserva di lusso il passo è stato breve. Ma, nella modernità assunta dal calcio e da calendari sempre più fitti di viaggi ed impegni, anche i concetti di titolare e riserva hanno ormai perso le antiche concezioni.