Claudio Lotito ha rilasciato una lunga intervista esclusiva al microfono di Giorgia Rossi di DAZN, soffermandosi su numerosissime tematiche relative alla sua gestione al timone della Lazio. Ecco quanto ripreso da Lalaziosiamonoi.it:
“Io mi sveglio alle 6.00, dormo tre ore, forse tre ore e mezza. Farò 2.000 telefonate al giorno, forse anche qualcosa in più. Alle 8.30/8.45 sto in Senato fino a tarda sera, 22.45. Non ho tempo libero, quando torno a casa dopo un riposino di venti minuti in macchina mi metto a vedere tutta la posta arrivata, mi rendo conto talvolta di aver fatto le 4.00. Mia moglie ha messo la mia fotografia (ride, ndr). Fin quando regge il fisico lo faccio, perché ho l’ansia e la voglia di cambiare le cose e pretendo che la squadra abbia lo stesso atteggiamento”.
BARONI – “Abbiamo scelto un allenatore che parla il nostro stesso linguaggio, che ha fame e che vuole dimostrare. Anche sull’allenatore tutti mi hanno attaccato. Se ho intuizioni? Il pallone per tutti, il calcio per pochi”.
PRESUNTI ‘PISOLINI’ IN SENATO E CELLULARI – “Pisolini in Senato? Il mio è un atteggiamento voluto, nel senso che chiudo gli occhi per concentrarmi. Apparentemente le persone pensano che io stia dormendo, in realtà ascolto tutto. Sono capitate trattative molto lunghe, che portavo alle 3.00 o alle 4.00 di mattina e tutti pensavano che io dormissi, poi gli raccontavano tutto quello che avevano detto (ride, ndr). Io mi concentro, allontano la tensione e chiudo gli occhi, ma ascolto. Io sono sinestetico, voi lo chiamate multi-tasking, ho la capacità di usare più sensi contemporaneamente. Io parlo con quattro telefoni insieme, adesso di fatto ne ho tre, ne ho avuti anche cinque, il quarto è opzionale, lo uso in casi rari. Io ancora vado in giro con i segnali di fumo. I miei telefoni sono analogici, io non sono tecnologico. Non ho nessun numero registrato, me li ricordo a memoria. Io sono contro i telefoni di ultima generazione. I giovani non capaci di inter-relazionarsi. Le persone non sono più in grado di capire neanche la mimica facciale, se si stanno dicendo la verità o una bugia. Sono anaffettivi”.
L’IMPORTANZA DEI TIFOSI – “Il presidente di una squadra di calcio è un crocevia tra sentimenti di persone e ha l’obbligo di preservarli e tramandarli. Ha una responsabilità diversa che non è solo il profitto, ma portare il sorriso nelle case della gente, aiutare i più svantaggiati. Io faccio volare l’aquila e ha un costo, ma io lo faccio per regalare sorrisi ai bambini, ci sono cose che vanno fatte con il cuore. Ci sono tante persone che vivono perché c’è la Lazio, poi magari soffrono da un punto di vista fisico, economico, sociale. Vedono, però, la loro squadra del cuore e mettono da parte questi problemi. Io alla squadra dico di scendere in campo per questa gente, di dare il 300%, di vincere a tutti i costi. Se lo fanno danno emozione a quelle persone che vivono per loro, loro esistono perché esistono i tifosi, altrimenti non sarebbero nessuno”.
LA STORIA DI MARIO – “Sono rimasto stupito e basito di quello che ho fatto. Ma uno come me, che apre il giornale insieme a sua moglie, e legge di una persona che si accascia a terra perché erano tre giorni che non mangiava e gli stavano staccando il gas e la luce, che tornava a casa con un figlio piccolo fingendo nei suoi confronti e che non aveva la possibilità di sfamarlo. Tutti parlano, io ho detto a mia moglie di chiamare il Messaggero, per evitare accusa di strumentalizzazione. Mia moglie ha chiamato al centralino del Messaggero, ha detto il cognome, le hanno chiesto se fosse mia moglie e ha risposto ‘purtroppo sì’, facendo una battuta. Quando abbiamo ottenuto il numero e risolto il problema del trasporto, gli abbiamo fatto un bonifico bancario perché gli staccavano luce e gas come anticipo sullo stipendio. Ci immedesimiamo nella situazione di questa gente. Se io fossi stato quella persona mi sarebbe piaciuto avere qualcuno che mi dà una mano? Noi dobbiamo far questo. Io ho preso la Lazio perché sono stato fortunato. Io posso dire nella vita di esser stato fortunato. Capace? Può darsi, però ho avuto anche fortuna. Quanta gente c’è più brava di me che non ha avuto le mie possibilità? Io voglio ridare al territorio quello che ho avuto”.