😍 Lucescu infinito a 78 anni: “Ci alleniamo a Kiev lontani dalle bombe. Lo faccio per passione”

Mircea Lucescu, leggendario allenatore rumeno di 78 anni, ha parlato a Tuttosport toccando diversi temi. Ora è allenatore della Dinamo Kiev e nel campionato ucraino, ripartito con mille difficoltà dettate dalla guerra, ha nel mirino lo Shakhtar. Di seguito le sue parole.

Buongiorno mister, come va a Kiev?
«Per adesso tutto tranquillo. Ci prepariamo alla ripresa del campionato. Lunedì prossimo ospitiamo il Vorskla. Siamo a -8 dallo Shakhtar, ma con tre partite da recuperare possiamo diventare la capolista. Sono tornato a Kiev dopo qualche giorno nella mia Bucarest, ci alleniamo in una parte sicura della città dove non dovrebbero esserci rischi di bombe o combattimenti».

Chi glielo fa fare di continuare a stare nel calcio in queste condizioni?
«E’ la mia passione, il mio mondo. Non riesco a staccarmi dai miei ragazzi. Provo ancora grande soddisfazione nel far crescere possibili talenti come quando sono stato in Italia al Pisa, soprattutto al Brescia, alla Reggiana e infine all’Inter. La vostra Nazione è sempre nel mio cuore. Ho ancora una casa sul lago di Garda dove torno appena posso».

Quali sono le caratteristiche migliori dell’Ucraina?
«Squadra molto organizzata dove tutti cooperano per il risultato. Aiutano il compagno, si tolgono qualcosa per darlo agli altri. Non ci sono egoismi, si difendono compatti e quando vanno al contrattacco diventano molto pericolosi».

Chi sono i giocatori da temere maggiormente?
«Mudrik per velocità e classe, Yaremchuk e Dovbik per la loro fisicità e il fiuto del gol. E’ gente difficile da marcare. Zinchenko gioca da sempre fuori Ucraina: con Psv, Manchester City e Arsenal è diventato un top player internazionale. Ci sono poi miei giocatori come Tsygankov, che ho plasmato qui alla Dinamo e abbiamo ceduto in estate al Girona, ottimo in mezzo al campo, e il difensore Mykolenko, che avevamo già dato l’anno scorso all’Everton. Tra le mediana e la trequarti Stepanenko e Sudakov, che giocano anche insieme nello Shakhtar, si intendono alla perfezione. Stepanenko ha iniziato con me a 20 anni, è un esempio per tutti i compagni. Instancabile lavoratore, un po’ come me (sorride, ndr)».

Ucraina quindi favorita?
«No, non ho detto questo. Inghilterra, Italia e Ucraina sono sullo stesso livello. E’ un vero peccato che ci sia posto solo per due. Stasera prevedo una gara molto equilibrata».

Attaccanti come quelli dell’Ucraina farebbero comodo all’Italia?
«Diamo tempo a Spalletti. L’Italia ha cambiato allenatore e filosofia. Certo ora Luciano non avrà a disposizione tutto il tempo che aveva a Napoli per convincere i giocatori delle sue idee. Sul problema del centravanti dico che non c’è pazienza a formarli, le squadre di club vanno a prenderli all’estero perchè hanno bisogno di certezze su chi fa gol. Segnare è una questione prima di tutto mentale e per questo prendono gli stranieri già pronti. In Italia mancano giocatori come Bettega, Rossi, Inzaghi, Vieri e Toni che faceva grandi gli azzurri perchè restavano ai vertici del calcio mondiale per almeno dieci anni».

By Alessio D'Errico

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