❤ Marchisio sul possibile ritorno alla Juve: “Nessun contatto, ma sarei sempre disponibile”

Claudio Marchisio, ex centrocampista e simbolo della storia recente della Juventus, è intervenuto a margine di un evento soffermandosi sul momento della compagine bianconera e sul suo possibile ritorno alla Vecchia Signora nelle vesti di dirigente. Queste – riprese da TMW – le dichiarazioni del Principino:

I giovani della Juventus? Se andiamo ad analizzare ciò che stiamo vedendo dico che ci sono sì dei giovani, tipo Miretti, Iling e Barbieri. su Fagioli dico che ha la stessa età di Kvaratskhelia, che ha fatto vincere lo Scudetto al Napoli. Un talento così dovrebbe sbocciare prima, ma a lui è stato fatto fare un percorso diverso. Purtroppo nei grandi club, e io ne sono stato un esempio, c’è bisogno di una crisi per puntare sui giovani. Indossando la maglia della Juve in una stagione difficile hanno dimostrato di avere il carattere per portarla, questo è un aspetto positivo. Spero possano crescere ancora e diventare importanti anche per la Nazionale”.

Esiste la possibilità di un suo ritorno alla Juventus?
“Sono argomenti di quando le cose non vanno bene. Per me qualsiasi ex che vuol tornare alla Juventus vuole dare il proprio contributo operativo, non essere soltanto per immagine. Siamo in un momento dove ci sono dei professionisti all’interno della società per gestire questo aspetto e quello che potrà accadere. Serve avere fiducia, io comunque non ho mai avuto alcuna chiamata con la società. Detto questo, se ci dovesse essere bisogno io sarei sempre disponibile, ma il mio discorso non riguarda solo me ma tutti gli ex, serve avere voglia di lavorare davvero per questa maglia”.

Come valuta la stagione della Juventus?
“Ne leggo tante e ognuno può avere le proprie idee. La stagione è stata piena di sfaccettature: la Juventus che esce così male dalla Champions poteva portare ad un cambiamento, anche perché ci sono stati i Mondiali ed un mese e mezzo di tempo. Però Allegri, gli va riconosciuto, in una situazione del genere è stato bravo a mantenere la squadra intatta. Per questo da tifoso dico che è stato giusto continuare con lui anche se la stagione fin qui non la considero sufficiente. Ora mi auguro che questa settimana ci sia il primo step per arrivare ad una finale”.

L’episodio di razzismo verso Vlahovic?
“Non bisogna essere leggeri su questi temi. Prendo anche l’esempio di Kostic, siamo stati tutti in silenzio perché lui non ha avuto reazioni e quindi non se n’è parlato. Quello è un errore ancora più grave. Bisogna essere molti severi, che siano uno, cento o 5000. Servono segnali forti. C’è stato un episodio importante in Olanda e sono stati arrestati tanti tifosi, serve pugno duro e cambiare il regolamento, non si può aspettare che si arrivi ad una squalifica per intervenire. Il regolamento così è da cambiare e la decisione deve restare in mano all’arbitro che vive il momento. Qui non si parla di provocazioni, ma solo di vittime. Bisogna essere molto forti su questo. Noi dobbiamo dare l’esempio, se non diamo peso alle dichiarazioni i ragazzi ti ascoltano. Ci sono casi di giocatori che hanno reagito subito, ora c’è attenzione e responsabilità da parte dei calciatori. Nella reazione c’è un dito che chiede silenzio, ma non è andato con provocazione sotto la curva. Immaginate di sentire sempre quelle offese per 60-70 minuti… La provocazione è stata fatta a lui, non lui al pubblico. Dispiace il fatto che Gasp parli di Pasalic o altri, dispiace che non ci sia la reazione di un avversario che prende posizione. E poi immaginate un Vlahovic che fra 4 anni va all’Atalanta, fa 30 gol e magari gli stessi stupidi poi vanno ad esultare insieme a lui. Abbiamo il compito ed il dovere di parlarne e di cambiare il regolamento”.

Come si può intervenire col pugno di ferro?
“Il caso dei daspo alla Juventus è emblematico: ne conosco uno che è un ragazzo che gioca a calcio. Si è messo a piangere, dice che si è fatto prendere dalla situazione, ma alla fine ha pagato. E ora potrà raccontarlo ad altri perché non si può più sbagliare, le pene devono essere queste”.

Ricorda la semifinale col Siviglia del 2014?
“C’è rammarico perché avevamo l’opportunità di giocare la finale in casa nostra. Conte teneva più al record di punti? Ad entrambe le cose, all’andata ci fece pesare il fatto che non avevamo portato a casa un risultato utile. Mi auguro questa possa essere l’occasione per una squadra come la Juve di quest’anno di raggiungere una coppa, sarebbe importante per la stagione e per quello che potrebbe succedere il prossimo anno. Alzare una coppa del genere nonostante tutto potrebbe servire ai giovani e alla stessa squadra”.

In vista dell’Euroderby, ci sono rimpianti per la Champions?
“Se guardo il girone della Juventus, a livello di prestazioni è stata una cosa grave per la squadra che è. La Juventus ha giocatori veramente forti. Pur vivendo situazioni particolari, non puoi non qualificarti. Purtroppo è successo e la Juventus è stata brava a non sfaldarsi, perché ci vuole poco in una situazione del genere. Merito della società che ha un dna forte, altri avrebbero avuto più difficoltà. Allenatore e giocatori sanno però di non aver reso per quello che è il valore della squadra”.

Come vede il derby Champions?
“Se guardo la rosa in se dico l’Inter, ma il Milan ha dimostrato anche contro il Napoli di avere quella coppa nel dna. Il Milan ha una rosa più scarna ma sa come giocare quelle partite, poi ha un dirigente che da solo ha vinto più coppe di tante società italiane. Hanno un’assenza importante come Leao e ci sarà anche da considerare la pressione. Ma l’importante è che una finalista sarà italiana”.

Che giudizio dà al campionato?
“Da una parte bello, col Napoli che va a vincere quasi senza pressione. C’è una lotta alla Champions mai così combattuta. Non mi capacito però come Juve, Inter e Milan non abbiano tenuto il passo del Napoli che comunque ha meritato. Ma il non esserci nessuno che abbia tenuto il passo è particolare, non c’è stato equilibrio ed il Napoli è stato bravo a sfruttarlo. Inzaghi e Allegri non hanno rose con un gap così grande”.

Il turnover ha aiutato a raggiungere risultati anche in Europa?
“Se uno ha una coperta un po’ più lunga è meglio avere ricambi importanti, ma ne parliamo tanto solo in Italia. Guardate Benzema o Modric, non sentono le partite e giocano sempre. E’ una caratteristica nostra per mantenere equilibrio e far giocare tutti. I grandi giocatori però sono in grado di fare tutte quelle partite. Pensate anche al Barcellona di Messi, Neymar e Suarez, loro giocavano sempre”.

La stagione di Pogba?
“Al di là dell’infortunio e del fatto che non lo abbiamo visto, negli ultimi anni ha avuto tanti problemi. Dipenderà da lui, dal ritrovare equilibrio fisico e in testa, dopo quella storia tremenda del sequestro. Al di là dei problemi fisici la qualità si vede anche se gioca pochi minuti, è un giocatore da recuperare per il prossimo anno. Ci siamo sentiti, in pochi minuti a Bergamo l’ho visto pimpante. Mi auguro che il suo impiego possa essere importante per la Juventus. Ho avuto la fortuna di conoscere il Pogba ragazzino, con Pirlo dopo due minuti di allenamento dicevamo che era di un altro pianeta”.

 

 

By Nicola Cosentino

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