Competenza, coraggio e valori: Marco Rossi è il fautore del miracolo Ungheria

MARCO ROSSI UNGHERIA – L’ennesima impresa portata avanti con la sua Ungheria in Nations League rappresenta solamente un’ulteriore testimonianza dell’enorme lavoro costruito, passo dopo passo, dal Marco Rossi CT.

La selezione magiara, infatti, è attualmente prima nel Gruppo 3 di Lega A della giovane manifestazione continentale e ad un punto dal primo posto aritmetico – che consente l’accesso alla Final-Four del torneo – davanti ad autentici colossi del Vecchio Continente quali Inghilterra, Germania e Italia, contro la quale basterà un pari nell’ultimo appuntamento, in agenda questa sera a Budapest. Qualunque dovesse essere il risultato, però, nulla andrà ad intaccare l’autentico capolavoro orchestrato dal tecnico di Druento.

Tutti i segreti del miracolo Ungheria

In primis, non si può non partire dal Marco Rossi uomo. Qualche anno fa, nella nostra Serie C, dopo qualche avventura non del tutto esaltante sfociata in prematuri esoneri, gli fu imposto di dover pagare per poter allenare su una panchina nella terza serie italiana. Una condizione, questa, verso cui il classe 58′ non chinò il capo, decidendo di rifiutare e di ripartire al di fuori dei nostri confini per trovare maggior fortuna. Ed è ciò che trova agli ungheresi dell’Honved prima, e agli slovacchi del DAC Dun. Streda, poi. Avventure, queste, che gli valgono la chiamata della Nazionale ungherese dove comincia la sua interminabile scalata verso la meritata notorietà internazionale.

La prima impresa è il primo posto nella Lega B della Nations League, seguita dalla storica qualificazione dei suoi all’Europeo 2020 dove, in un girone composto da Francia, Germania e Portogallo, riesce a tenere testa quasi sempre alle stra-favorite avversarie, strappando anche 2 punti che, pur non valendo la qualificazione agli ottavi, faranno emergere lo strepitoso lavoro del suo staff tecnico. La delusione per il mancato approdo alla fase finale del Mondiale non rappresenta la fine di un ciclo, anzi. L’Ungheria riparte con ancora maggior convinzione dal suo condottiero, ponendo in essere un cammino da sogno nell’attuale edizione della NL.

Rossi, plasma il gruppo magiaro a sua immagine e somiglianza: una squadra consapevole di dover lottare per emergere contro avversari, e in contesti, complicati ma che fa della determinazione, dell’umiltà e della forza d’animo i propri punti di forza. I tanti avversari di livello mondiale, contro cui l’Ungheria non ha praticamente mai sfigurato, appaiono come una sorta di riproposizione degli all’apparenza insormontabili ostacoli che il trainer piemontese ha dovuto affrontare nel corso della sua carriera ma che, in ogni frangente, ha saputo combattere e, alla fine, superare.

“Cuore, gruppo, disciplina tattica. È fondamentale metterci sempre il cuore, riuscire a creare un gruppo e rispettare una disciplina tattica in tutte le sue fasi, non solo quella difensiva” – parole e musica del Prof. Marco Rossi, di recente entrato nella storia del calcio anche per essere riuscito a battere Germania e Inghilterra in trasferta nell’arco di un singolo anno solare: l’unica squadra a riuscirci prima fu, nel 1981, il Brasile di Socrates e Zico.

Una compagine compatta, organizzata e a tratti sfrontata, abile a difendere in maniera ordinata ma anche a pungere in ripartenza quando la partita ve ne pone le condizioni. Una squadra consapevole dei propri limiti (chi non ne ha?), ma altrettanto volenterosa di superarli e di giocarsela a testa alta contro qualunque avversario. Ciò, frutto della forte mentalità inculcata dall’ex difensore delle giovanili del Torino, in grado di creare un gruppo di uomini, prima ancora che di calciatori, con la forte inclinazione nel pensare prima al “noi” che all’io.

Ora, la ciliegina sulla torta potrebbe arrivare, guarda caso, contro la sua Italia. Un Paese che non ha creduto fino in fondo in lui e che potrebbe rappresentare per lo stesso la vera e propria chiusura di un cerchio. Ma ripetiamo, a prescindere dal risultato di questa sera, Marco Rossi può già sorridere e guardare alla sua carriera a petto in fuori. Chapeau, mister!

By Nicola Cosentino

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