😅 L’agente di Rafia: “Modric ha voluto la sua maglia: non significa nulla ma fa piacere”

Yvan Le Mee, agente di Hamzi Rafia, ha parlato del suo assistito, centrocampista del Lecce. Di seguito le sue parole.

“Non è stato difficile per lui fare questo salto, se consideriamo che la sua formazione di base è stata di alto livello, fra il Lione in Francia e la Juventus in Italia. In bianconero fece allenamenti in prima squadra in mezzo a grandi giocatori e non si vedeva una differenza così netta nel livello che mostrava di avere”.

In Italia c’è il problema della gavetta da dover fare.
“Direi che ci sia più che altro un problema psicologico, nel lanciare un giocatore che arriva da una categoria inferiore, piuttosto che un reale problema calcistico. Sicuramente per restare in massima serie devi avere gamba, forza, devi essere preparato tatticamente e tecnicamente, avere resistenza, grinta. Al contempo, dico una cosa”.

Prego.
“Per quanto riguarda Hamza posso affermare che tutte queste qualità le ha sempre avute innate e che abbini l’aspetto fisico a quello tecnico, mentale ed alla motivazione di voler fare bene. Come sta facendo con il Lecce”.

Lecce che ha creduto in lui fortemente.
“Sì, in giallorosso si è ritagliato il suo posto in Serie A. Parliamo di una società che magari non prende giocatori dal lungo curriculum, si assume rischi che altre società in Italia non hanno il coraggio di addossarsi. Trinchera e Corvino hanno avuto lungimiranza e decisione nel puntare su di lui senza badare ad altro che alle sue capacità”.

Il fatto di giocare in Nazionale quanto lo ha fatto crescere in questi anni?
“Giocare con la Tunisia gli conferisce grande fiducia. Lì gioca prevalentemente mezz’ala o come “10”. Contro la Croazia in amichevole (finita 0 a 0 e poi vinta dalla Croazia ai rigori) Hamza ha giocato alla grande come trequartista, dietro la punta, lui nasce in quel ruolo. Un aneddoto racconta bene la sua prestazione”.

Quale?
“A fine partita un certo Luka Modric è andato dritto da lui per complimentarsi e per chiedergli di scambiare le maglie. Può non vuol dire niente, certo, ma ad Hamza ha fatto piacere vedere che un idolo come il croato fosse rimasto impressionato positivamente dalla sua partita, tanto da chiedergli la maglia”

By Alessio D'Errico

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