​💔 Rakitic dice addio al Siviglia: “Non ero più titolare indiscusso, farmi da parte un bene per il club”

Ivan Rakitic ha annunciato in prima persona l’addio al Siviglia e l’imminente accordo con i sauditi dell’Al-Shabab. Queste – riprese da TMW – le dichiarazioni del centrocampista croato:

“Ho detto che non avrei pianto… Resto soprattutto con quello che sto vivendo fuori dallo stadio. Quando arrivi in ​​un Paese nuovo devi ritagliarti del tempo, ma la cosa più importante è il ricordo che resta della persona. Abbiamo vissuto insieme 7 anni incredibili. Ho avuto il privilegio di indossare questa maglia 323 volte. Bisogna capire che un ciclo sta finendo, è importante averlo chiaro anche se a volte può far male. Vedere qui le due Europa League… Avrei voluto ci fossero stati molti più titoli. Tutti facciamo gol e assist, ma quello che vogliamo sono quelle coppe e per fortuna possiamo dire che il Siviglia le ha vinte. Porto con me così tanti amici e parenti che sembra incredibile. Come può un croato nato in Svizzera dire che la sua casa è a Siviglia? Tornerò e resterò sempre accanto al Sevilla Fútbol Club. So che questa stagione difficile andrà bene, ho fiducia nel presidente. Vi sosterrò da lontano e porterò con me qualche maglietta per mostrare il Sevillismo lontano da qui. Non c’è niente di più grande che sentirsi un sevilista e un sivigliano. Continuerò a far addormentare le mie figlie con le marce (della Settimana Santa, ndr) e porteremo anche il salmorejo in Arabia. Viva Siviglia”.

Che ricordi ha di questi giorni?
“Le ultime notti non sono state facili, ho parlato fino alle sei del mattino con mia moglie per capire cosa sta succedendo. Questa non è una squadra di calcio o una città, è la mia vita e il mio cuore. Ho incontrato mia moglie la stessa notte in cui sono arrivato 13 anni fa, e questo è il destino. Riuscire a trasmettere a tutti cosa significa il Siviglia è la cosa più bella del mondo. L’Ivan che è arrivato non è mai cambiato, ma è diventato un uomo. Quando arrivi in ​​un posto diverso cerchi di capirlo, non solo il club ma la città e la gente. Venire al Siviglia è stata la decisione migliore della mia vita. Non so nemmeno perché me ne vado. È stato difficile dirlo a mia moglie, ho detto al mio agente di parlare con lei, di aiutarmi. Raquel è di qui, non ha fatto salti di gioia”.

In che momento lo ha deciso?
“Domenica ero ai box ma volevo scendere sull’erba per aiutare contro l’Osasuna, per esserci. Ho detto anche al presidente: ‘Dica all’allenatore di farmi entrare subito. Non riesco a capire che davvero non scenderò più sull’erba del Sánchez-Pizjuán’. Apprezzo il modo in cui il presidente mi ha trattato, il fatto che abbiamo potuto parlare, lasciare tutto chiuso e preparare il viaggio dall’altra parte del mondo”.

Perché se ne va?
“Mi vedevo ancora capace di essere titolare indiscusso, ma tante volte noi giocatori non dobbiamo capire la decisione, bensì accettarla. Ho capito che l’idea del nuovo allenatore non era la mia. Per tutta la vita ho scoperto che più volte ero negli undici, meglio mi sentivo. Se ciò non accade, devi considerare le cose. Per me sarebbe stato impossibile sedermi in panchina e non poter aiutare il Siviglia. Non mi sarei mai permesso di sedermi lì, fare il broncio e dire ‘prendo quello che mi resta’. Non avevo mai considerato questa cosa, la mia idea era di essere qui fino all’ultimo giorno di gara. Se non avessi fatto questo passo avrei dovuto prendere in considerazione un’altra decisione. Non ho 23 anni, ma fisicamente ho un bell’aspetto. A questa età, Navas lo sa, ci prendiamo molta più cura di noi stessi. Ho curato ogni minimo dettaglio. Per me non esiste un giocatore vecchio o giovane, ma solo buono o cattivo. Coloro che mi servono sono i migliori”.

Quanto ha sofferto?
“Tutti i giocatori possono sentire la città e lo scudo allo stesso modo. Ma quando sei abituato a essere al top e a vincere, fa molto male il contrario. E vuoi giocare ancora e ancora per cambiare la situazione. Penso che nel Siviglia ci siano giocatori incredibili, ma nel calcio a volte bisogna vivere questi momenti. Ho più speranza che mai che tutto vada avanti, rivedremo il Siviglia dove deve essere. La cosa più difficile è lasciare il Siviglia così, ovviamente”.

Lascerà il posto ad altri acquisti.
“Potrei continuare ad aiutare la squadra in altri aspetti, ovviamente. Ma penso anche di poter aiutare facendomi da parte. Quell’aiuto è più necessario che pensare a me stesso. La priorità è ciò di cui la squadra ha bisogno e questo è al di sopra di ciò che voglio e penso”.

Andrà all’Al Shabab?
“Sì, ci sono stati più contatti, ma ho lasciato tutto nelle mani del mio agente. L’Al Shabab vuole crescere molto in Arabia e lì potrò dare il massimo in campo, aiutare i giovani e la mentalità e far crescere quella squadra e quella Lega. Il progetto è stato interessante e ci andrò con tutto l’entusiasmo. Posso fare grandi cose”.

By Nicola Cosentino

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