📹 Vinicius: “Razzisti, non smetterò di ballare”. Com’è giusto che sia

RAZZISMO VINICIUS JUNIOR – Una piaga che travalica i confini calcistici e percuote l’animo delle persone per bene. Quella del razzismo nel calcio è una pagina becera, che bisogna strappare e stracciare con decisione e fermezza, perché nell’era dei confini che sfumano e della condivisione che si amplia, essere a qui a parlarne percuote gli spiriti delle persone lontane da queste malvagie posizioni. Bisogna, però, menzionare quanto vissuto da Vinicius Junior in questi ultimi giorni, e sottolineare la bontà della risposta dell’asso brasiliano del Real Madrid, che attraverso Twitter ha risposto a chi l’ha attaccato per i suoi balli con epiteti razziali dalla partita contro il Maiorca (ma non solo, come da lui stesso dichiarato) a oggi, fattispecie involontariamente acuita dalle dichiarazioni di Koke in vista del derby di Madrid: “Se proverà a esultare in questa maniera al Wanda Metropolitano ci saranno dei problemi“.

Ecco la traduzione del video-messaggio: “Finché il colore della pelle sarà più importante del bagliore negli occhi, allora ci sarà la guerra. Ho questa frase tatuata sul corpo e, nella mia vita, ho un comportamento che mette in pratica tale filosofia. Dicono che la felicità infastidisca. La felicità di un nero brasiliano, vittorioso in Europa, infastidisce molto di più. Ma la mia voglia di vincere, il mio sorriso, lo scintillio nei miei occhi, sono molto più grandi di tutto questo. Sono stato vittima di xenofobia e razzismo in una dichiarazione, ma niente di ciò è iniziato ieri.

Da tempo criminalizzano i miei balli. Che non sono solo miei: appartengono a Ronaldinho, Neymar, Paquetá, Pogba, Matheus Cunha, Griezmann e João Felix. Vengono dal Reggaeton e dai neri americani. Si balla per celebrare la diversità culturale del mondo. Accettalo. Rispetta. Oppure impazzisci, perché on mi fermerò.

Di solito non confuto o combatto le critiche. Vengo aggredito e non parlo. Sono elogiato, non parlo nemmeno. Lavoro, molto. Dentro e fuori dal campo: ho sviluppato un’app per favorire l’istruzione nelle scuole pubbliche senza l’aiuto finanziario di nessuno. Voglio che le prossime generazioni siano preparate come lo sono io. Per combattere i razzisti e gli xenofobi. Provo sempre ad essere un modello nel campo professionale e nella vita di tutti i giorni: ma questo non si mostra sui social network e non attira click.

Così, dunque, i vigliacchi si inventano qualcosa per attaccarmi, e il copione finisce sempre con delle scuse, con un ‘sono stato frainteso’. Ma ripeto, razzista: non smetterò di ballare“.

By Redazione PianetaChampions

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