🚨 Spalletti: “Sarri? Capisco che voglia i giocatori a Formello, ma deve amare l’Italia”

Luciano Spalletti, CT della Nazionale, ha parlato in conferenza stampa a Coverciano nel giorno di inizio del raduno.

Queste le dichiarazioni, riprese da TMW:

Ritorna qui arricchito da quali conoscenze? Sarri s’è detto felice se i giocatori restano a Formello ad allenarsi con la Lazio
“Le considerazioni sono forzatamente influenzate da quello che è il piacere di vivere questo ruolo in questa condizione professionale. Sono tutte molto belle e positive. E’ chiaro che poi andandoci dentro uno trova anche delle complicazioni, trova anche dei problemi, però fanno un po’ parte del gioco. Quelli ci sono in tutte le professioni. Come viverci dentro dipende da me e il mio dipendere è sempre molto positivo, felice, perché poi è un po’ uno stile di vita che mi sono ritagliato per star bene dentro la tuta che indosso per star bene giornalmente. Se poi la tuta ha questo colore e sei chiamato a indossare l’uniforme dell’Italia è una roba bellissima. Conoscenze ne ho approfondite: anche se si rimane a casa con tutta la componente abbiamo approfondito la conoscenza e il lavoro da sviluppare. Questo lavoro mi ha permesso di venire a contatto con molti dei miei colleghi, anche quelli che non conoscevo. Poterli vedere lavorare sul campo. Questo è un lavoro bellissimo, molto stimolante. Conta essere differenti e diventare migliori degli altri, le conoscenze e i rapporti, ciò che si riesce a percepire e a vedere ti a diventare migliore. Se siamo tutti uguali diventa difficile avere un ruolo importante. Devo andare tutti i giorni a impegnarmi di più per mettere più cose a disposizione dei miei calciatori. Sarri lo stimo moltissimo, ha sentimento e amore per questo sport. Quando si ama questo sport si va più alla ricerca di cose nuove da tirar fuori su cui lavorare. Ha detto una cosa corretta quando ha detto: ‘Più me ne lascia a casa, più contento sono’. Anche io quando ero allenatori di club mi ritrovato sempre con qualcuno che tornava con qualche problema, soprattutto se dovevano fare 15-16 ore di viaggio. Il commento è che noi non vogliamo rimandarli indietro peggiorati ma migliorati. Poi però la Nazionale deve stare a cuore a tutti, anche a lui. L’Italia è lì al primo posto per importante e tutti si può prendere cose dalla Nazionale per fare un calcio migliore. Il mio tentativo è quello di andare a braccetto”.

Può dirci qualcosa di più sull’assenza di Immobile e sulla presenza di Kean?
“Per Immobile c’è giunta una comunicazione dal medico della Lazio e c’è stato detto che c’era un problema di natura fisica, che non sapevano se avrebbe recuperato. Siamo andati più in profondità, era possibile che non giocasse. Ho chiamato direttamente a Martusciello e a Sarri, mi hanno risposto con grande disponibilità, poi ho chiamato il calciatore e abbiamo tutti insieme contribuito alla conclusione che era meglio per il calciatore lasciarlo a riposo perché anche lui sentiva questa necessità. Credo quindi che tutti abbiamo fatto la cosa giusta ed è rimasto a casa, poi ho visto che non ha nemmeno giocato quindi c’è stata coerenza da parte di tutti. Su Kean dico che non so qual è stato il comportamento precedente a qui: per me i miei calciatori sono creature speciali e li tratto da tali, però allo stesso tempo voglio risposte speciale. Qui non si viene a ridacchiare dietro a ciò che si fa in campo, si viene a stare sereni e a divertirsi: però è un gioco che richiede molta serietà e professionalità. Andando a fare delle ricerche perché a volta si leggono delle cose, ho letto un libro degli All Blacks che si intitola: ‘Niente teste di cazzo’. Sarà il regalo per Natale per i calciatori. Qui si fanno le cose seriamente, non abbiamo spezi differenti. Siamo disposti a creare questo sacrificio per portare a caso la pagnotta del risultato ed è il risultato a fare la differenza. Noi dobbiamo crearci tutti i vizi corretti per portare a casa il risultato. Non c’è spazio per altre cose, ma solo una attenzione totale per portare a casa il risultato perché noi dipendiamo da quello. Poi i rapporti rimarranno, a loro deve rimanere qualcosa del tempo passato qui, però poi conta il risultato. E’ come nella vita di carestia, quando c’era difficoltà a trovare la pagnotta: uguale qui, dobbiamo trovare il risultato per arrivare al giorno dopo. Dobbiamo impegnarci in profondità e totalmente per il tempo a disposizione”.

By Emanuele Garbato

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