​🧨 Tebas: “In Italia si rimandano le tasse per fare mercato! Quello ​🇸🇦 è un torneo senza storia”

Javier Tebas, presidente de LaLiga, è intervenuto ai microfoni di TMW a margine del Festival dello Sport tenutosi a Trento.

“Mancano due settimane al Clasico, una partita speciale da sempre in Spagna e nel resto del mondo. Negli ultimi anni abbiamo deciso di dare a questa partita una veste particolare e diversa dalle altre. Cerchiamo sempre l’orario migliore affinché possa essere visto in tutto il mondo. E LaLiga si muove in tutto il pianeta: Africa, Sudamerica, giusto per dire alcuni continenti. Sono andati via Messi e Ronaldo? Non è un problema, i nostri numeri sono straordinari come dimostra il seguito social di Real Madrid e Barcellona. La Liga dal 2015 ha lavorato con una strategia di crescita del marchio, delle squadre, del torneo. È un campionato molto impegnativo che ha permesso ai nostri club di fare ottime cose anche in Europa. I social sono fondamentali perché nel mondo di oggi per farsi conoscere bisogna che tutto il mondo parli di te. Real e Barca generano più sponsor, seguito mediatico e sono bravissime a lavorare nel sociale. Nella Liga siamo riusciti a capire per primi il valore e l’importanza dei fenomeni social”.

Come fa il Barcellona ad acquistare i calciatori nonostante la sua situazione economica?
“In questa sessione estiva ha speso solamente 3 milioni di euro, poi ci sono delle norme per cui prima di acquistare bisogna vendere altri giocatori per abbassare il tetto salariale. Per ogni 100 che si risparmia possono spendere per 40. Qualsiasi azienda che entra in crisi non può risolvere i problemi dall’oggi al domani. Il Barcellona poi non può perdere la sua competitività e dunque deve muoversi entro queste normative per poter fare mercato. Fra i 5 campionati top d’Europa la Liga è senza dubbio un torneo sostenibile nonostante le difficoltà legate alle perdite a causa del Covid. Bisogna sempre cercare di garantire questa sostenibilità perché è in gioco il futuro dell’industria calcio e per garantire posti di lavoro”.

Come si può restare competitivi?
“In Premier League i contributi delle proprietà sono enormi, e diventa complicato mantenere il passo. In Spagna per cercare di essere al loro livello dovremmo cambiare il modello economico ma noi puntiamo alla sostenibilità e non vogliamo far registrare perdite come accade altrove. Non è sostenibile un movimento in costante perdita. Dal 2000 a oggi il palmares delle nostre squadre dice che i nostri club in Europa hanno vinto 34 titoli. La risposta a come si può essere competitivi pur stando attenti ai bilanci. Tutto deve essere visto in prospettiva ed è giusto sottolineare come ci sono tante società sempre più competitive come Atletico Madrid, Betis, Siviglia, Villarreal”.

Il potere di acquisto dei vostri club sul mercato?
“Compreremo ciò che si può acquistare. Non è normale ciò che ha fatto il Bayern Monaco con Kane mentre in Premier League c’è una grande inflazione. Il Chelsea ha speso tantissimo e non ha funzionato e ha tanti debiti, idem per quanto riguarda il Manchester United. In Italia ci sono club in perdita e devono intervenire i proprietari per coprire i debiti. In Italia si rimanda magari il pagamento delle tasse, da noi non esiste. Le scadenze vengono rispettate. La Serie A è riuscita ad acquistare alcuni calciatori importanti grazie ad alcune agevolazioni. In Francia il PSG ha perso 605 milioni senza contare i vari trucchi che fanno nei bilanci altrimenti sarebbero molti di più. Il titolo di campioni nello sprecare i soldi è loro”.

Preoccupato dell’Arabia Saudita?
“La Saudi Pro League al momento non rappresenta una minaccia perché è un campionato ancora senza storia. Deve crescere parecchio per impensierire i tornei top”.

By Nicola Cosentino

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