Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, Francesco Totti, ex capitano e leggenda della Roma, si è soffermato anche sul suo struggente addio alla compagine capitolina. Queste – riportate da TMW – le dichiarazioni dell’iconico 10 giallorosso:
“Non è stato semplice, ma erano mesi e mesi di fare questo passo. Non avevo credibilità, non mi sentivo parte del progetto. Facevo Romolo come si dice a Roma, stavo lì perché ero Totti. Per come sono fatto, voglio poter provare un po’ di pepe, pensavo che potessi essere una risorsa in più per la società. Forse non ero pronto, forse non mi facevano stare al centro del tavolo nei momenti cruciali, però quando c’era un problema ero sempre pronto a intervenire. Per come sono fatto io, con la massima trasparenza ed educazione ho preso questa decisione. Avrei preferito morire che fare quella conferenza stampa, non avrei mai pensato di lasciare la Roma di mia iniziativa, era la mia famiglia”.
“Non sei mai pronto per quella giornata. C’è un inizio e una fine. Certo, rivedendo certe immagini mi fa venire voglia di rimettere gli scarpini e tornare in campo. Vedere le facce della gente, dei bambini, delle persone grandi… ho passato 20 anni con loro, è stato come vederli crescere. I tifosi sono stati la parte più importante di tutto, loro ci spingevano, mi aiutavano, mi sostenevano, mi facevano sentire un po’ diverso da tutti gli altri. Ho avuto loro come forza, come spinta. È normale che ci sia un vuoto, non sai quello che ti attenderà. Eravamo abituati a una programmazione giornaliera, era tutto schematico. Svegliarti la mattina e fare cose diverse mi metteva ansia già prima che smettessi, nemmeno io sapevo cosa fare dopo. Ora si volta pagina sperando di trovare un’altra cosa che mi emozioni”.
“Sì, ho metabolizzato le tensioni di quel periodo. Ho voltato pagina, in quel momento istintivamente avresti voluto fare una cosa, poi ora un’altra. Sono cose che ti porta il percorso della vita, sono cose che capisci quando è finito tutto quanto”.