⚪🔵​ Tudor: “Grato alla Juve, ma non credo al destino. Immobile tornerà a segnare”

Igor Tudor, neo allenatore della Lazio, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del suo esordio sulla panchina biancoceleste contro la Juventus, in programma domani alle ore 18:00 all’Olimpico. Ecco quanto ripreso da Lalaziosiamonoi.it:

Che segnali ha ricevuto?

“Sono tornati tutti in buono stato, senza acciacchi. Il problema è che sono arrivati da poco, non abbiamo lavorato tanto. Con gli altri abbiamo lavorato bene, i ragazzi si sono messi a disposizione e con la voglia di fare, la giusta applicazione”.

Le emozioni e le tensioni del suo debutto? E sulla Juve…

“Non credo al destino. Sensazioni sono sempre positive, uno che sta nello sport come me vede sempre una sfida davanti a sé, di poter vincere e gioire con la squadra. La Juve ho fatto 8 anni della mia vita, dove uno si costruisce non solo come giocatore ma come persona. Sono grato perché ho avuto delle persone che mi hanno fatto diventare come sono, anche nella cultura di allenatore”.

Quali emozioni proverà domani?

“Saranno belle emozioni. Una gara contro un avversario importante. Dall’altra parte è una gara come tutte, va preparata in modo giusto. Un allenatore pensa a preparare la squadra per dare quello che lui è. La squadra deve essere lo specchio dell’allenatore, servirà tempo e pazienza per raggiungere questa trasformazione. Io proverò a fare in fretta, ma non sarà così immediata”.

La profonda differenza con Sarri è il modo di difendere. Prima era la palla il riferimento, con lei diventa l’uomo. Lo fa subito questo passaggio?
“Ci sono due cose che penalizzano questo cambio. Sono tre anni che la Lazio lavora in questa maniera e poi c’è stato Sarri che è un allenatore forte. Bisogna essere intelligenti. Il modulo è importante ma non come molti pensano. Magari parti con un modulo, ma poi diventa un altro schema. La difesa a tre? Lo vedrete tra poco, vedremo domani”.

Ha già in mente una squadra tipo o cambierà molti giocatori nelle prossime partite ravvicinati?
“È una situazione particolare, dovranno giocare per forza tutti. È la prima partita, dopo le nazionali, e poi ci sono due partite in 4 giorni. I 5 cambi sono importanti. Io anche devo capire la squadra, una cosa sono gli allenamenti, un’altra le partite. Devo valutare i giocatori che possono migliorare e che possono seguire il tuo calcio. Poi bisogna vincere, c’è da fare bene da subito, serve essere tosti e con la qualità giusta”.

Possono servire dirigenti per fare da raccordo tra squadra e proprietà? Una figura alla Peruzzi…
“Non è per me questa domanda. Non abbiamo parlato con la squadra del passato, ci siamo messi subito a lavorare”.

Sui social si è discusso molto su Immobile in Nazionale. Ne ha parlato con Ciro?
“Non leggo i social e i giornali, sarebbe un suicidio. Io penso a lavorare, sia quando vanno bene le cose che quando vanno male. Ciro ci ho parlato due volte anche su questo argomento, l’ho visto molto motivato. Penso che lui ci tenga alla Nazionale, dipende solo da lui in questi due mesi. Ha sempre segnato, penso che li farà ancora. Ci conto tanto, è un ragazzo con qualità non solo calcistiche ma anche umane. Lo conosco, sono convinto che saranno due mesi importanti”.

Tutti i giocatori ripartono da zero o si affiderà alla vecchia guardia? E su Kamada?

“Lui all’Eintracht giocava sia avanti che dietro, è completo. Ha sia corsa che qualità di gioco. Penso che sia più adatto a questo calcio che a quello precedente. Non è pulitissimo, ma ha altre doti. Ha la mentalità giusta, ha gol e questo può fare la differenza. L’ho visto allegro, voglioso. Gerarchie? C’è rispetto per il passato, ma non si vive di passato. Il calcio è crudele, c’è da vincere”.

Si può giocare con Lazzari e Felipe Anderson?

“Vediamo oggi Lazzari come sta. C’è equilibrio, sia offensivo che difensivo. È una cosa se hai un’ala di un tipo o di altro. Servono i gol, ma anche quelli che fanno fase difensiva.”

Che spogliatoio ha trovato?

“C’è la voglia di giocare meglio, c’è l’orgoglio di non sentirsi da nono posto. Bisogna vedere come reagiranno alla lunga, con il tempo. Qui ci conosciamo tutti da poco, si vedrà con il tempo, con le difficoltà vere quello che uscirà fuori dalle persone”.

Zaccagni e Luis Alberto?

“Possono giocare insieme, dipende da come giochiamo. L’importante è avere giocatori forti, se un allenatore è bravo trova il posto a tutti”.

Come sta la squadra dal punto di vista atletico?

“Lo vedremo domani. La Lazio ha sempre avuto dati alti nelle partite, poi però bisogna vedere le distanze che sono diverse. Anche le corse non sono le stesse, poi però ci sono anche cose simili. C’è da essere compatti, andare ad aggredire alti. Ma poi bisogna essere bravi anche a correre indietro”.

Potrebbe essere inserito nei tre dietro un terzino? E sul mini ciclo?

“Più o meno ho pensato come ruotare i giocatori. È tutto ipotetico, anche perché io non ti voglio dire come giochiamo (ride, ndr.)”

Sulle qualità di testa della squadra?

“Si sono fatti pochi gol, sono anche le caratteristiche. Quando vai a fare gol è sempre la cattiveria che fa la differenza, serve più convinzione”.

Su Cataldi e Patric?

“Tutti gli allenatori hanno giocatori che per tuo calcio hanno importanza un po’ diversa, non so se succederà anche qui. Sono molto attento di essere giusto. Loro sono giocatori forti e bravi. Danilo ha giocato tanto, dietro sono contento che Patric sia tornato, mi è sempre piaciuto quando l’ho visto giocare”.

È il momento più importante della sua carriera?

“Non esiste questa cosa. C’è una partita bella da giocare, nessuna esagerazione. Non sono cose che mi appartengono. Voglio caricare la squadra, fare le cose giuste, è questo che mi appartiene. Io gli ho detto di non avere pensieri. Voglio vedere coraggio, attaccare e difendere in tutti. Una squadra che è difficile da battere e una squadra coraggiosa in avanti”.

By Nicola Cosentino

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