🌍 Xavi sicuro: “Il Qatar potrà dire la sua al Mondiale”

XAVI MONDIALE QATAR – Xavi, tecnico del Barcellona, ha parlato del prossimo Mondiale in Qatar, realtà dove l’ex centrocampista ha avuto modo di chiudere la carriera da calciatore e avviare, poi, quella da allenatore all’Al-Sadd. Queste – riprese da TMW – le sue dichiarazioni:

“Mi sento onorato e orgoglioso di aver giocato e allenato l’Al-Sadd. Ho scelto di venire qui allungando la mia carriera da calciatore per altre quattro stagioni. Ho lasciato dopo ben 25 anni la mia città natale, Barcellona, e un club che amo tantissimo, il Barça, per cominciare una nuova avventura in un altro angolo di pianeta. A posteriori posso dirlo: è stata una buona decisione sia per me sia per la mia famiglia”.

“In Qatar ho vissuto un tempo di qualità. Visto che gli allenamenti si tengono quasi sempre la sera, la mattina potevo portare mia figlia a scuola e passare poi il resto della giornata insieme a mio figlio. È stato davvero un bel periodo per me, a livello umano e a livello professionale”.

“Ormai manca pochissimo all’inizio del Mondiale, il primo nel mondo arabo e un evento che il Qatar attende ormai da tanti anni. Io stesso sono stato testimone della frenetica fase di preparazione che ha vissuto la città di Doha da quando mi sono trasferito qui. Mi riferisco davvero a tutti gli aspetti: stadi, alloggi, infrastrutture urbane, ferrovie”.

“Il calcio si è sviluppato molto in Qatar. Il progetto del Mondiale ha portato miglioramenti non solo nelle strutture, ma anche in campo. Oggi il Qatar ha una Nazionale in grado di competere sulla scena più prestigiosa del calcio mondiale, una Nazionale in grado di dire la sua in un Mondiale di calcio. Questo grazie anche al progetto Aspire Academy, che dal 2004 ha contribuito allo sviluppo tecnico e tattico dei calciatori qatarioti. L’ho visto coi miei occhi allenando l’Al-Sadd, con un aumento progressivo della cultura calcistica locale. Già oggi vedo grande entusiasmo fra la gente, sarà un evento incredibile sia per i calciatori sia per i tifosi”.

By Nicola Cosentino

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