Zaniolo è un predestinato oppure no?

Nicolò Zaniolo lascia la Serie A per unirsi al Galatasaray. Mestamente, in un modo in cui a perderci son state tutte le parti in causa. Con molta probabilità a giugno, data la clausola accessibile, il gigante ex Roma tornerà in Italia ma, a questo punto, ci si chiede se le qualità di Zaniolo varranno l’esborso di circa 30 milioni di euro.

La domanda sorge dunque spontanea: Nicolò Zaniolo è un predestinato oppure no? La sua storia, così fuori dagli schemi e con Roberto Mancini coraggioso catalizzatore del suo percorso di crescita con quella convocazione in Nazionale, lascia pensare di sì.

Alla narrativa, agli inizi ed al romanticismo vanno però contrapposti i numeri che, purtroppo per Zaniolo e probabilmente per il calcio italiano, sono inquinati dai terribili infortuni subiti. Il trequartista (attaccante esterno, in passato anche mezzala, dunque jolly), ha collezionato in carriera poco più di 100 presenze in tutte le competizioni con maglie di club: un dato che, dati gli anni da cui Zaniolo gioca nonostante la sua giovane età, è significativo del tempo passato ai box.

Ad un Zaniolo potente fisicamente, autore da giovanissimo di una doppietta in Champions e capace di giocate che esaltavano e trascinavano l’Olimpico, va contrapposto lo Zaniolo degli ultimi mesi e stagioni. Il calciatore reduce da infortuni gravissimi non ha poi subito problemi fisici gravi dal 2021. Un anno e mezzo in cui ha potuto ritrovare smalto e forma fisica che hanno consegnato al calcio italiano il quesito di cui sopra.

Le prestazioni non sono mai state esaltanti se non in modo sporadico: c’è da dire che probabilmente le caratteristiche ibride di Zaniolo non lo hanno mai visto nella corretta posizione in campo. A pestare la linea coi piedi largo sulla fascia, ruolo in cui è stato schierato nella maggior parte delle volte, perde probabilmente pericolosità e potenza.

Qualcuno le vede bene da mezzala, altri in qualsiasi posizione purché sia in mezzo al campo. La realtà parla di uno Zaniolo mai al centro di un progetto tecnico e sempre costretto ad adeguarsi all’unico abito fornitogli. I numeri, da giocatore clinicamente sano, non sono di certo esaltanti. Pochi gol, pochissime volte decisivo (con il picco indimenticabile del gol in finale di Conference League) e mai più trascinatore di una squadra intera come aveva dimostrato di saper fare.

Il futuro

La sensazione è che il calciatore che poteva essere difficilmente potremmo vederlo. La carriera di Zaniolo, al netto del passaggio al Galatasaray, è probabilmente in un punto di svolta che va in una direzione non proprio esaltante. La dimensione del calciatore cala drasticamente e da potenziale craque del calcio europeo va ridimensionato a calciatore che, nonostante il passato già ricco di eventi, è ora chiamato a dimostrare. Dimostrare di valere gli esborsi economici, di essere decisivo in campo e di poter diventare leader tecnico nel rettangolo verde. Alla domanda del titolo al risposta probabilmente non c’è: ciò che è certo, però, è che Zaniolo, ora, è chiamato ad una risposta per indirizzare una carriera nella miglior direzione possibile. Dinamica che appariva scontata ma che ora non lo è più.

By Alessio D'Errico

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