​😂 Zirkzee: “Felice quando Arnautovic è andato all’Inter, si è liberato un posto”

Joshua Zirkzee, attaccante del Bologna, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste – riportate da TMW – le affermazioni del talentuoso olandese:

“Thiago Motta sono un simbolo del Bologna? E’ un bell’attestato, davvero. Ma qui non ci sono solo io: tutti sappiamo cosa dobbiamo e vogliamo fare così come io so quali sono le mie qualità”

“Il Bayern ha un’opzione per riprendermi a 40 milioni? Sì? Adesso lo so… A Monaco sono diventato adulto ma diciamo che mi ha formato il calcio in strada: perché è un duello sempre, combatti per te stesso, se cadi sull’asfalto ti fai molto male e allora ti alleni a stare in piedi, perché ti senti libero di giocare. Una scuola di vita, di calcio, in cui ogni giorno devi migliorarti. Io non tornavo mai a casa, come tanti bambini. E mamma Doris si arrabbiava di brutto. Quante sgridate ho preso…”.

“In Coppa Italia mi è piaciuto moltissimo quello segnato al Cesena facendo la finta al difensore avversario. All’Inter? A fine gara io e Sommer abbiamo parlato: mi ha detto che si è sentito un po’ in colpa per aver sbagliato, quindi non lo ritengo perfetto come gol. Allora scelgo quello che mi rappresenta in tutto e per tutto, al Sassuolo: controllo di tacco e portiere che non ha “chance”. Mi viene tutto naturale. Sì, a Reggio Emilia c’è stato tutto me stesso, le mie qualità”.

“Motta è Motta. Ci fa guardare sempre avanti o più in alto, ma Motta è il Coach. Punto”.

“Beh… Se mi chiede com’è Orsolini, io dico matto, fa lo stupido e gol. Se lei mi chiede di Aebischer dico non sbaglia un pallone, intelligente e leader. Se vuole sapere di Saelemaekers dico che parla molto, “molesto” e gran giocatore. Se dici De Silvestri rispondo leader, musica e la più gradevole persona al mondo. Ma Motta è il mister. E basta. Mie caratteristiche? Divertente, pazzo, creativo”.

“Da più piccolo ho giocato anche da numero 10, nei baby del Feyenoord, o anche da 11 nel Den Haag. Dove mi mette Motta, sto. Mi piace poter giocare la palla, ecco…”.

“Arnautovic? Avevamo e abbiamo un bellissimo rapporto: quando ho fatto il primo gol in questa stagione, la prima telefonata è stata di Marko. Non mi vergogno a dire che sono stato felice quando è andato all’Inter: si è liberato un posto (sorride, ndr). Cosa mi ha detto? “Adesso è il tuo turno”. Dopo le vacanze sono tornato ad allenarmi e mi sono detto: fai tutto quel che devi fare per non deludere nessuno. Credo di essere cresciuto. Da piccolino guardavo Ibra, Ronaldinho, Ronaldo il Fenomeno, Van Basten, poi ho giocato con Lewandowski e Arnautovic: ma a questi ultimi due non ho mai chiesto pareri o trucchi. Li ho guardati. Ho assorbito nozioni, giocate. E il resto l’ho messo io, di mio”.

By Nicola Cosentino

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