🎙️ Fabregas: “Van der Brempt 🔙 dopo la sosta, credo in Baturina. Vardy? MAI stato vicino al Como”

L’allenatore del Como, Cesc Fabregas, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita con la Cremonese, in programma domani alle 15. Ecco le sue parole riportate da TMW:

Giocheranno i 5 che hanno riposato con il Sassuolo? E gli altri 6 che invece hanno giocato in Coppa Italia la metteranno in difficoltà come scelte…
“Ovviamente sono molto più in difficoltà come scelte rispetto all’anno scorso. Nessuno ad oggi può dire quale sia la migliore formazione. Tanti giocatori sono a livello alto, tutti possono dare tanto, però la cosa più importante è che tutti sappiano cosa fare, con la stella mentalità e intensità e di andare a vincere quante più partite possibili. Non dobbiamo guardare indietro o avanti, sono tre punti importanti per noi. Questo è un inizio importante di stagione per noi. Vojvoda? È un terzino ma anche esterno, ha fatto il quinto tante volte in carriera”.

Che difficoltà incontrerà domani il Como con la Cremonese?
“Squadra che ci crede, in fiducia, il mister ha le idee molto chiare da Empoli e oggi con il 3-5-2. Una squadra che fa molto bene difensivamente e dopo quando ha l’opportunità di giocare e creare opzioni per attaccare lo fanno con volontà e con giocatori di qualità. Bondo e Terracciano arrivano dal Milan, già ti dice che mercato hanno fatto. Vardy che non ci sarà. Una squadra che mi piace, sarà difficile”.

Puntava ad avere due squadre di alto livello. L’anno scorso alla quinta giornata il Como vinse a Bergamo, con tanti alti e bassi. Adesso si arriva ala quinta giornata dopo aver già conquistato un livello di rendimento e stabilità maggiore…
“Sì, vero che c’è più continuità, ma anche il lavoro e il mercato. C’è gente dell’anno scorso che dopo sei mesi ora è già un anno che si lavora insieme. Giorno dopo giorno si lavora qua, gente coinvolta con le nostre idee, con un minutaggio importante. Però vedo una squadra che in un primo momento dove abbiamo dovuto cambiare lo hanno capito. Dobbiamo finalizzare il processo di 6 giorni in 3 partite e dobbiamo continuare così. Speriamo che si vada avanti così. Se domani non si fa bene non serve a niente. Serve la mentalità giusta”.

Due punti nelle prime quattro giornate l’anno scorso però… c’è un livello diverso.
“Sì, però noi dobbiamo andare di partita in partita. Stiamo facendo prestazioni importanti, però dobbiamo continuare così. Dobbiamo mettere il focus a domani”.

Caqueret a livelli molto alti, a Firenze Sergi Roberto e Perrone da prestazioni importanti.
“C’è una difficoltà incredibile. Alcune volte dico di mettere tutti dentro in campo, poi guardo gli esterni e vedo che anche loro stanno facendo bene. Poi vedo la partita di Caqueret l’altro giorno… lo dovevo far giocare, si stava allenando a un livello alto. Perrone è il giocatore più posizionale della squadra, dà senso per quello che dobbiamo fare, un passaggio in più o in meno. Da Cunha centrocampista puro. Se devono giocare tutti, io metto tutti. Però anche gli esterni stanno facendo bene e bisogna dar loro fiducia”.

Vorrei soffermarmi su Martin Baturina e sulla sua prestazione, assist a parte, all’esordio da titolare con il Sassuolo. A che punto è il suo ambientamento e la sua preparazione al calcio italiano soprattutto, visto che ci aveva spiegato di come dovesse imparare ad andare indietro e non solo avanti. E le ha dimostrato che merita di giocare? 
“Penso che l’abbia fatto vedere, ha dimostrato che tipo di giocatore è. Baturina però ha molto di più, dietro c’è molto di più. Ha fatto gol al Milan, al Monaco, è un giocatore di livello importante. Sì, deve continuare a lavorare, ha fatto una fase difensiva importantissima come Nico, è un lavoro difensivo che passa sotto traccia spesso. Fanno un lavoro intenso e forte, è molto importante per noi. Però deve fare parte del futuro e del presente del Como, devo essere anche io a trovargli lo spazio giusto, giocare nello stesso spazio di Nico è un’ingiustizia. Essergli dietro a Nico non è giusto, però tatticamente possiamo metterlo in altre posizioni. Penso possa fare il centrocampista a due, però deve stare tranquillo. Io credo in lui, lui mi sta dimostrando tanto”.

Busquets ha dichiarato il ritiro. Nel Como c’è qualcuno che gli somiglia o con caratteristiche simili?
“Un amico e una persona incredibile, oltre che calciatore. Lui come la sua famiglia. Penso che sia arrivata l’ora, lascia spazio alla gente giovane. Però è un giocatore che ti fa innamorare, sono giocatori che non vedi mai ma se non giocano capisci che è molto importante. Tanti complimenti perché fare una carriera del genere è incredibile, ad alti livelli. L’ha fatto per 11 anni di fila, vive bene, mangia bene, dorme bene, anche se quando si è giovani fai fatica a farlo. Lui l’ha fatto in una maniera incredibile, lui vuole fare l’allenatore e gli mando un grandissimo in bocca al lupo. Poi penso possa essere Perrone, ha caratteristiche simili a Busquets. È bravissimo nel gioco corto, ma deve crescere di più e fare passaggi anche più lunghi. Quando inizi a guardare più lontano, per fare cambi di gioco… se comincia a migliorare, entrerà in un altro mondo e arriverà ad un altro livello. È intelligentissimo, alla Busquets, ha margini di crescita importanti”.

Cinque giorni e 21 ore per il ciclo di tre partite in realtà. Ci può essere il rischio di sentirsi troppo forti? Servirà un lavoro mentale?
“Sì e no, perché penso che come ha iniziato la partita a Firenze, era una prova importante. Cambiare 9 giocatori contro il Sassuolo è una prova importante, il secondo tempo è una prova importante, perché sul 3-0 molli un po’ ma noi no. Mai data una possibilità, nessun dubbio. Adesso c’è un’altra opportunità per crescere e trovarsi. È una prova e un test, non è una difficoltà. Per vedere a che momento siamo, la nostra strada”.

Dopo la partita ha detto che i giocatori hanno tanta fame…
“Quando dico fame è quella volontà di imparare, di fare bene. Quello che mi piace, quando parliamo con i giocatori giovani provano a rifare qualcosa. Vedi Addai, nelle prime partite non faceva transizione difensiva. Hai visto l’altro giorno? Ha fatto scatti e sprint per recuperare 4 palloni. Jesus Rodriguez non doveva fare quella fase difensiva, stare attento tutta la partita. Qua dormi un secondo e prendi gol. Tutti qui ti chiedono di fare di più, uno contro uno o conclusione. Ci sono 6-7 giocatori che mi fanno impazzire. Quello che vedi in campo è il risultato. Dopo si sbaglia, si vince e si perde. Questo è un altro mondo. Quello che mi dimostrano tutti i giorni è che hanno fame. Noi dobbiamo creare questa mentalità di gruppo”.

Come Butez a Firenze quando ha rilanciato l’azione nel finale?
“Tutto è fame, che si dimostra con buona volontà e coraggio. Quella cattiveria che si vuole fare bene. L’abbraccio? Ha trovato quel momento di attaccare. Questo non è un lavoro, ma la mentalità di voler fare sempre la differenza stando sveglio. Provando ad andare oltre quello che chiede l’allenatore. Sì, mi piace molto il coraggio della squadra, la consapevolezza di capire che tutti sono importanti. Poi non voglio fare cambi per far contento qualcuno. Penso che questo lo hanno capito, la prova adesso è la continuità”.

Se non aveste segnato al 94′, sarebbe uscito arrabbiatissimo?
“Arrabbiatissimo perché avevamo creato di più. A Bologna lo ero perché penso che non abbiamo meritato di perdere, però ero un po’ soddisfatto della prestazione provata a fare. Poi se provi e non entra la palla… era di quel giorno lì”.

Ha colpito la vostra sensibilità di questi giorni a Como, anche lei stesso. Avete pensato a qualche altra iniziativa?
“È possibile. Adesso ci sarà una riunione in cui ci confrontiamo con il presidente e Ludi, si parlerà di tante cose e non solo di quello. Magari potranno succedere cose che potranno aiutare la gente e la città. Ricordo il giorno in cui ho firmato con il Como, il presidente mi ha parlato sempre della comunità. Era molto coinvolto per queste iniziative e non è mai cambiato. Si pensa alla gente di Como e mi fa piacere perché questo non è solo calcio. Noi lo abbiamo dimostrato, si può sempre aiutare”.

Audero: perché questa esplosione in porta alla Cremonese? Vardy era davvero vicino al Como due stagioni fa?
“Vardy non è mai stato vicino, non è vero. Non è mai entrato nella nostra testa, anche se è un giocatore fortissimo. È venuto qua il giorno della promozione, però nulla di questo. Un grande ragazzo e professionista. Su Audero è un grandissimo portiere, per questo l’avevamo portato qua. L’anno scorso le cose non sono andate da aspettative perché non tutte le scelte che fai alle volte son perfette. L’anno scorso è calato, il lavoro non era lo stesso, si vedeva che non era contentissimo. Ma quando si allena serve intensità, la gente deve essere contenta di essere qua. Si vede che c’è un buon ambiente, si sente subito. Se qualcuno abbassa un po’ il livello si vede troppo, io non me la sento e preferisco di continuare con la gente che vuole essere qua. Se qualcuno molla o non si sente di competere o non capisce che deve lottare per il suo posto… poi sono molto contento per Emil, gli voglio bene e spero possa fare una grande carriera”.

Van Der Brempt torna tra i convocati? E un commento su Posch.
“Con Van der Brempt abbiamo deciso di andare con calma, non lo vedremo fino alla Juventus. Nello spazio che ti dà la sosta nazionali si unirà al gruppo magari e poi vedremo, ma per la Juventus sicuramente starà bene. Non vogliamo rischiare niente. Dopo mancherà solo Diao, penso che ci vorranno 4-5 settimane di più e magari dopo la Juventus tornerà a disposizione. Posch mi è piaciuta la prestazione, cercavamo quel giocatore che va alto, in profondità. Il tipico giocatore opposto al giovane, che ha bisogno di tempo. Al Bologna con Thiago Motta giocava sempre dentro, in tante dinamiche simili a quanto facciamo noi. Ha fatto anche la Champions. Ovvio, si deve abituare”.

Per Cerri siamo rimasti colpiti dall’affetto della gente. A lei l’ha colpito?
“No, perché quando sono arrivato qui da giocatore Cerri era molto importante, me l’aveva spiegato Ludi, 4-5 anni fa era stato un colpaccio in quel momento. Ha fatto la differenza e allora il Como giocava per Cerri. Era importantissimo e la gente, non solo per il giocatore ma per il ragazzo che è, piace molto. Quando ho parlato con lui dell’opportunità di essere con noi lui era contentissimo, mi dà tutto in allenamento. Ho pensato se lo meritasse tanto, il gruppo ha apprezzato ed erano tutti contenti. Dobbiamo continuare in avanti, io lo conto come uomo in più e ci darà una mano in futuro”.

By Fabio Tognini

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