🙌 Vanoli: “Non guardo in faccia nessuno, Gud sia trascinatore! Dzeko gioca, De Gea pure”

Paolo Vanoli, tecnico della Fiorentina, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match di Conference League che attende domani la Viola contro l’AEK Atene. Ecco quanto ripreso da TMW:

Cosa si aspetta da questa partita?
“Non è un ostacolo, anzi è un altro match che mi permette di vedere dei miglioramenti e mi permette di vedere all’opera altri giocatori. Adesso il nostro pensiero è a questa Coppa, che arriva nel momento giusto. Se vogliamo diventare grandi dobbiamo giocare ogni tre giorni”.

Come ha trasmesso l’importanza della gara di domani?
“Non c’è bisogno di spiegarla. Per noi è importante ogni giorno: l’allenamento di oggi, quello di domani mattina e poi la partita. Noi siamo in una condizione in cui tutto è importante. Questo ci deve aiutare a crescere”.

Come vive il debutto in Europa?
“È uno step importante. Nella situazione in cui siamo non posso soffermarmi troppo a pensarci. Dobbiamo tutti dare il massimo, non solo a livello di cuore e sacrificio ma anche sul piano tecnico”

Vedremo Dzeko in campo domani?
“Sì, così come De Gea. Ho parlato con Martinelli e gli ho spiegato la scelta”.

Secondo lei in Europa cambia la partita che dovrà fare la Fiorentina?
“Il campo internazionale è un altro calcio. Incontriamo una squadra che mi è piaciuto guardare, ha un gioco propositivo. Sono una squadra offensiva, con gente di gamba sugli esterni. In campionato sono a 3 punti dal primo posto e conosco la loro fame e la loro determinazione. Hanno fatto più fatica in coppa ma la Conference può ribaltare ogni pronostico. Dobbiamo saper interpretare bene la differenza tra campionato e coppa”.

Può essere il momento di Richardson?
“Sono qui da 20 giorni e ho dimostrato con i fatti di non guardare in faccia nessuno. Chi mi da tutto in allenamento una possibilità l’avrà: è successo per Parisi, Kouadio e succederà per altri ragazzi… Adesso mi aspetto molto di più dai giocatori di esperienza, che trascinino fuori la squadra”.

Perché la Fiorentina non ha mai visto il miglior Gudmundsson?
“Certe volte si sbaglia a giudicare le prestazioni in nazionali perché si vedono gli highlights o i tabellini. Il passaggio che deve far lui è capire che i campioni sono quelli che nei momenti difficili ti trascinano fuori. Io da Albert pretendo questo, perché ha qualità ed è importante per questo gruppo. Io sono convinto che alla fine ci darà grandi soddisfazioni, ma deve diventare questo. E da lui, come da altri, mi aspetto questo. Dai giovani mi aspetto energia, ma anche lo sbaglio. Da loro mi aspetto che nei momenti chiavi siano dei trascinatori”.

La difficoltà ha tanti ex Serie A…
“Questo è un vantaggio, qualcuno conosce benissimo anche Firenze e magari avrà anche spirito di rivalsa. Loro oltre ad essere propositivi, conoscono dove saranno domani. Detto questo, dobbiamo fare un altro piccolo passo”.

Come ha trovato Comuzzo? Qual è la sua miglior posizione?
“L’ho trovato in crescita e anche in Under 21 ha fatto grandi partite. Per me è un giovane di grande prospettiva, che forse è stato condizionato dal mercato. Ora è il momento di togliersi gli alibi e far vedere chi è. A me Comuzzo piace molto, è forte sull’uomo, attento, deve crescere sul lato tecnico ma non deve aver paura di sbagliare. Questa squadra deve imparare a reagire all’errore, soprattutto i giovani. Se sbagliano io non li critico, io critico la paura di sbagliare. Penso che Comuzzo possa darci tanto. Come ruolo può fare il difensore centrale, perché ha gamba in campo aperto, ma può fare anche il braccetto e giocare a 4. E’ un giocatore universale”.

Come sta attraversando questo momento Pablo Marì?
“Avevo sentito parlare della sua leadership e lui all’interno dello spogliatoio viene seguito. Quello che mi è piaciuto è stata la reazione nel secondo tempo con la Juventus. Ma in alcune occasioni abbiamo sbagliato di reparto: se vedi un compagno in difficoltà avrebbero dovuto aiutarlo di più. Nel primo tempo ero arrabbiato perché ha avuto timore ed è sempre stato dietro a Vlahovic, ne abbiamo parlato e nel secondo tempo è andato bene. Questo è ciò che mi piace: parlare degli errori e far capire dove hanno sbagliato”.

By Nicola Cosentino

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