Intercettato dalle telecamere mentre rivolgeva epiteti poco eleganti (per meglio dire: vergognosi) indirizzati alla madre di Mario Hermoso durante la sfida tra il suo Cagliari e la Roma, Michael Folorunsho – scrive La Gazzetta dello Sport – potrebbe non ricevere alcuna sanzione. Ecco il motivo: “Stavolta ci sono state offese reiterate, accompagnate da gesti volgari e decisamente gravi. Le riportiamo qui, senza scrivere per intero le parole più intollerabili. Perché metterle nero su bianco non è opportuno, urlarle lo è ancora meno. «Tua madre fa i b… Tua madre… Quella tr… di tua madre. Tua madre deve morire. Quella put… La put.. di tua madre». Il tutto dopo un faccia a faccia ad alta tensione. Risultato? L’arbitro Zufferli ammonisce tutti e due.
Il rischio è che, nonostante questo terrificante “sfogo”, Folorunsho non venga sanzionato. Vediamo perché. Oggi il Giudice sportivo riceverà il referto del direttore di gara. Se nell’episodio del giallo emergesse che l’arbitro ha sentito anche gli insulti del giocatore del Cagliari a quello della Roma, la storia si chiuderebbe qui, perché non si può essere giudicati due volte per la stessa violazione. Altrimenti si potrebbe aprire uno spazio per la richiesta di un supplemento di indagine. Ma i margini di manovra non sono comunque molti. Partiamo dalla prova tv: in questo caso non si può utilizzare.
L’articolo 61 comma 3 del codice di giustizia sportiva ne prevede l’uso «limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva o concernenti l’uso di espressione blasfema non visti dall’arbitro o dal Var, con la conseguenza che l’arbitro non ha potuto prendere decisioni al riguardo». Prova tv dunque inutilizzabile nel caso Folorunsho per due motivi. Il primo è particolarmente evidente: dal punto di vista degli insulti risultano sanzionabili soltanto le bestemmie. Altre forme anche gravemente denigratorie, comprese le offese sessiste, no. Il secondo riguarda il coinvolgimento del Var: ammettiamo che in quel momento Zufferli fosse distante e non abbia sentito, è possibile che al Var nessuno abbia visto? Il regolamento prevede che dal Var si possa intervenire anche per sollecitare un’espulsione diretta per «condotta violenta, mordere o sputare», ma anche per «agire in modo offensivo e/o ingiurioso». Se non si è intervenuti probabilmente è perché il codice stesso sulle offese fa una distinzione nel merito.
Gli insulti certamente punibili anche d’ufficio sono quelli che violano l’articolo 28 e riguardano un «comportamento discriminatorio», ovvero «ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporta offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine anche etnica, condizione personale o sociale ovvero configura propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori». Se al momento la Procura Figc non sembra intenzionata a intervenire è perché ritiene che non esistano gli estremi della discriminazione […]“.
