L’ex attaccante della Roma, Julio Baptista, ha rilasciato un’intervista per l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue parole riportate da giallorossi.net:
“Ho letto e sentito tante ca*zate su di me molta gente, soprattutto in Italia, si permette di parlare senza sapere”.
UN DOLOROSO RICORDO – “A pochi giorni dal mio arrivo morì Franco Sensi. Mi trovai a portare la sua bara sulle spalle. Totti mi spiegò che Sensi era la Roma, e piangeva. Era una forma d’amore che raramente avevo visto in una tifoseria, mi impressionò”.
SPALLETTI – “Per Spalletti sarei andato in guerra mi aveva messo al centro del suo gioco, gli devo tanto. Il gol nel derby fu pazzesco: cross di Totti, incornata mia e vittoria. A Roma sono pazzi, in senso buono. Quel gol vale per me quanto quello al Camp Nou col Barcellona”.
IIL TRADIMENTO – “Mi sono sentito un po’ tradito. Stavo bene, andavo in nazionale ed ero il migliore in campo. A Roma, invece, non giocavo. Ranieri non mi vedeva e non mi ha mai preso da parte per darmi una spiegazione. Avevo bisogno di nuovi stimoli e andai via”.
IL WEB – “Quel ‘Julio vattene via’ non l’ho mai visto e non me ne frega niente. In quel periodo non avevo fiducia, non riuscivo a essere il giocatore di sempre. Capisco il voler diventare famosi, ma ci vuole rispetto. Molti parlano senza sapere”.
GLI ANNI ALLA ROMA – “Sono stati anni importanti, anche se mi dispiace non aver vinto lo scudetto. Sembra che qualcuno si ricordi solo degli errori, e non dei gol in rovesciata. Forse andrebbe detto a certa gente di fare meglio il proprio lavoro e di veicolare meglio le informazioni”.
IL RETROSCENA – “Nel 2007 il Milan mi voleva, ma alla fine presero Pato e io andai alla Roma. E pensare che pochi mesi dopo vinsero la Champions…”.

