😡 Mourinho contro gli arbitri: gli sfoghi più iconici dello Special One

La finale di Europa League persa contro il Siviglia ha innervosito oltremisura la Roma e Mourinho, arrabbiatissimi dopo la conduzione di gara dell’inglese Taylor. In particolare il tecnico recriminava un rigore solare non concesso per evidente fallo di mano in area, e due possibili espulsioni a Rakitic e Lamela per somma di ammonizioni. Morale della favola: l’arbitro lascia correre e i giocatori suddetti segnano rigori decisivi per gli andalusi. La reazione di Mou ha fatto il giro del mondo, lo Special One ha atteso l’arbitro nel parcheggio dello stadio per urlargli tutto il suo disappunto (“sei una fo***ta disgrazia”).

Non è il primo iconico sfogo del portoghese contro gli arbitri. Già in questa stagione vanno annoverati quello contro Chiffi in Monza-Roma e contro il quarto uomo Serra in Cremonese-Roma, con cui il tecnico giallorosso ha avuto un teso faccia a faccia. La lista comunque è lunga.

Gli sfoghi più iconici di Mourinho contro gli arbitri

Lo sfogo sicuramente più ricordato, in particolare dai tifosi italiani, è quello contro Tagliavento in un Inter-Sampdoria del 2010. In quell’occasione Mou diede vita al celebre gesto delle “manette” nei confronti dell’arbitro reo di aver sfavorito i nerazzurri. Recentemente l’ex direttore di gara ha ammesso che Mourinho non si è mai scusato per quel gesto.

Altro episodio celebre riguarda lo sfogo in conferenza stampa contro l’arbitro Stark in un Clasico tra Real Madrid e Barcellona (semifinale d’andata di Champions persa nel 2011). L’ex allenatore dei Blancos ripetè per una decina di volte lo storico “porqué” in riferimento sia al direttore di gara di quella partita, ma anche ad altri precedenti, rei di aver sempre – a suo dire – favorito gli eterni rivali (“Se io dico a lei e alla Uefa quello che penso e quello che sento, la mia carriera finisce oggi. E siccome non posso dire quello che sento, ho solo una domanda. E spero, un giorno, di avere una risposta. La domanda è: perché? Perché? Perché Ovrebo? Perché Busacca? Perché De Bleeckere? Perché Frisk? Perché Stark? Perché? Perché ad ogni semifinale accade sempre lo stesso? Perché Ovrebo da tre anni? Perché il Chelsea non è potuto andare in finale? Non so se è la pubblicità dell’Unicef, non so se è il potere del signore Villar all’interno della Uefa”).

Stessi scenari di Real Madrid-Siviglia del 2010 in cui Mourinho disse: “Sono successe cose strane, hanno creato le condizioni affinché ci trovassimo non a 2, ma a 4-5 punti dal Barcellona. Il terreno era già stato preparato settimana scorsa quando abbiamo perso due uomini senza motivo. La frustrazione di chi voleva far aumentare il distacco è diventata la nostra forza”.

Risale poi allo scorso anno la polemica contro la Lazio, per un gol segnato in fuorigioco da Acerbi contro lo Spezia e convalidato dal Var: “In 22 anni che alleno due cose non sono cambiate: le domande su chi ha giocato e chi no e la possibilità di vincere con un gol in fuorigioco”.

Frasi e gesti che resteranno memorabili, rendendo quasi immortale il mito di Mourinho, personaggio unico nel suo genere.

By Pasquale Ucciero

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