😭 Quando a salutare è un tifoso: Sandro Tonali e gli altri addii sofferti

Manca solo l’ufficialità ormai e poi Sandro Tonali lascerà il Milan. Una storia d’amore breve ma intensa che ha raggiunto l’apice con lo Scudetto del maggio 2022, cui l’ex Brescia ha contribuito in modo massiccio. Sandro non ha mai nascosto la sua passione per i colori rossoneri e per Rino Gattuso, suo idolo d’infanzia (il numero 8 sta lì a dimostrarlo). È stato lui a chiedere a Cellino, quando si profilava all’orizzonte l’ennesimo derby di mercato, di andare al Milan. “Quando ho saputo che mi cercavano ho rifiutato tutte le altre offerte”. Parole al miele a cui se ne sono aggiunte tante altre. Ma il calcio di oggi viaggia veloce e mette in secondo piano i sentimenti. Chi si affeziona troppo, rischia poi di rimanerne scottato. L’offerta faraonica del Newcastle ha messo d’accordo tutte le parti in causa. C’è chi dice che il ragazzo sia scoppiato in lacrime appena si è profilata questa possibilità, per la voglia di non lasciare il Milan, diventando una bandiera come aveva promesso. Quello di Tonali non è però l’unico addio sofferto. Caso simile quello di Cutrone in primis: tifosissimo come Sandro e ceduto in Inghilterra.

Gli altri addii sofferti

Gli addii più dolorosi per eccellenza riguardano proprio le Bandiere principali del calcio italiano e non solo: Maldini, Gattuso e Ambrosini-Milan, Buffon e Del Piero-Juve, Zanetti-Inter, Bruno Conti, Totti e De Rossi-Roma. Mentre Massimo, Gigi, Alex e Daniele hanno continuato a giocare, per gli altri l’addio è coinciso anche col termine della propria carriera. Possiamo poi ricordare per ultimo l’addio, avvenuto qualche settimana fa, di Zlatan Ibrahimovic che ha appeso gli scarpini al chiodo. Pur non essendo un tifoso dalle origini, è rimasto comunque affezionato al Milan (“sarò milanista per tutta la vita”), tanto da aver tenuto il muso a Galliani, dopo la cessione al PSG nel 2012. Allo stesso modo furono dolorosi gli addii di Sheva e Kakà, passati al Chelsea e al Real, e poi tornati a distanza di anni a vestire il rossonero. Quello di Van Basten medesimo, costretto a ritirarsi a soli 28 anni. Giocatori stranieri non tifosi di nascita, ma sicuramente acquisiti.

Non si dimentichi poi quello di Messi al Barcellona di un anno fa: la Pulce è scoppiata a piangere durante l’ultima conferenza stampa in maglia blaugrana. Purtroppo la storia tra i due amanti non proseguirà in quanto Leo andrà a giocare in America. Altri addii sofferti per quello che hanno rappresentato per i rispettivi club di appartenenza sono stati quelli di Puyol al Barcellona e Raul al Real Madrid. I casi sono tanti, ma a ben guardare fanno parte soprattutto di un calcio che non c’è più. Banale dire che adesso si punta soprattutto ad arricchirsi oppure a sposare un progetto supervincente. Le Bandiere non esistono più.

By Pasquale Ucciero

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