Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta, ha rilasciato una lunga e interessante intervista a “La Gazzetta dello Sport”: “
Una partita in particolare che mi ha portato a scommettere su De Ketelaere? No, ci sono state delle caratteristiche sulle quali ero convinto di poter lavorare. Charles era già molto considerato. Scommessa facile.
L’ho visto subito come prima punta? «Sì, perché è gratificato soprattutto dalle cose che fa in attacco. È l’indole che detta il ruolo. Anche se Charles lavora molto. Anzi, questa è stata la sorpresa. Non pensavo che corresse così e facesse tanto volume. Charles è un ragazzo sveglio, intelligente, di valori. Dobbiamo aiutarlo a emozionarsi, a sentirsi la squadra addosso.
Lookman? Cammina troppo in campo. Corre solo con la palla. Si accontenta di fare solo i gol, così ne segna di meno. A Lisbona ha dimostrato che può giocare con grande continuità, se vuole.
Scamacca il 9 dell’Italia al prossimo Europeo? Ha tutto per diventarlo: fisicità, tiro, gioco aereo. Però deve metterci agonismo, ambizione, fuoco dentro. Cuore e testa, il resto viene dopo.
Ruggeri? Ha cuore e testa. Non ha talento enorme, ma si sta costruendo. Mi ricorda Gosens. Era Cenerentola, ora fa gli assist migliori.
Scalvini? È un universale, come dicono nella pallavolo. Contro la Lazio, alla fine, ha giocato in attacco. Ogni tanto penso che gli faccio pochi complimenti e gli chiedo sempre tanto. Poi mi dico: ma ha solo 20 anni… Ha tutto per diventare un vero leader. Ovunque.
Le nostre prime 8 giornate? Sul piano del gioco siamo cresciuti. Gli errori contro Frosinone, Fiorentina e Lazio hanno penalizzato un’ottima classifica che poteva essere straordinaria. Ho una preoccupazione. Quale? Ci sono stati 7-8 giocatori stra- ordinari per rendimento e non abbiamo avuto infortuni particolari Dopo la sosta inizia un tour de force. A parte Kolasinac, ci siamo retti sui giocatori della vecchia guardia. I nuovi hanno bisogno di tempo. Ora sto ripensando a Palomino, Hateboer, Muriel.
La Juve? Forte, ma ha qualche certezza in meno. Il Napoli ha problemi e perderà Osimhen per la Coppa d’Africa, ma resta la squadra che ha stravinto il campionato. Io vedo le milanesi e il Napoli davanti. La Roma, se Dybala e Lukaku stanno bene, se la gioca con le prime. La Lazio, dopo un anno straordinario, ha un rendimento più normale.
Cosa sto studiando a Zingonia? Giocatori sempre più universali. Scalvini e Koop lo sono. Ederson ora segna di testa con incursioni che prima non faceva. Kolasinac è un difensore, ex terzino, che sa giocare. Non chiederò mai a un mio giocatore di fare una cosa sola.
L’Arabia? C’è stata la possibilità, non ero mentalmente pronto e avevo un impegno. Per quello che ho visto, non è un fuoco di paglia. Ci sono giovani preparati, che hanno studiato a Londra o a New York e sanno quello che vogliono, con disponibilità enormi.
L’ipotesi resta viva? Solo se avessi la convinzione di poter portare qualcosa di nuovo. Così avrebbe un senso, oltre i soldi. Sarebbe il coronamento di una carriera.
Il rinnovo con l’Atalanta? La chiusura del ciclo viene sempre rimandata. Anche quest’estate, alla fine, è partito solo Zapata. Il nucleo forte resta quello storico. Non so se farò in tempo a fondare un nuovo ciclo. Anche perché l’Atalanta ormai è una triade di quarantenni, guidata dall’a.d. Luca Percassi, con i d.s. Congerton e D’Amico. Giusto. Lavorano tanto, sono bravi e sanno camminare da soli.
A Bergamo tremano? Potrebbe essere anche giusto che tutto finisca con questo ciclo. Vedremo più avanti. La proprietà americana garantisce futuro alla società, anche se io sono legato ai Percassi. Ora contano molto analisti e algoritmi, utili, ma nel calcio non sempre funzionano”.
