L’Atalanta, che da qualche anno ormai meglio esprime i concetti tecnico-tattici che hanno sempre caratterizzato il percorso professionale di Gian Piero Gasperini, di stagione in stagione, nonostante la mutazione della rosa, riesce a mantenere intatta la propria filosofia.
Nonostante il gran numero di giocatori in entrata e in uscita su cui il club lavora ad ogni sessione di mercato, il prodotto finale, in termini di gioco, non muta. In ciò è doveroso riconoscere la bravura del tecnico nerazzurro, che riesce a valorizzare più di chiunque altro il materiale a propria dimostrazione. Valorizzazione che avviene attraverso le idee e princìpi di gioco chiari, netti, definiti.
Gli esterni meglio valorizzati da Gasperini
Uno degli aspetti che più contraddistinguono il marchio Gasperini è senza ombra di dubbio quello degli esterni. Nell’innovativo 3-5-2 o 3-4-1-2 proposto dal tecnico, ruolo decisivo è quello degli esterni, chiamati a svolgere da protagonisti la doppia fase. Oltre alla garanzie in fase difensiva, infatti, Gasperini chiede ai suoi esterni imprevedibilità in fase offensiva e garanzie sotto l’aspetto numerico del rendimento. A conferma che ciò possa essere richiesta esaustiva a livello pratico, vi sono i numeri e il rendimento avuto dalle sue frecce nel corso degli anni.
Come accaduto spesso nel corso delle ultime stagioni, anche quest’anno la Dea rifonderà parte del suo organico. Al bisogno di mantenere i conti in ordine e dunque di effettuare sistematicamente plusvalenze, l’assetto societario bergamasco alterna poi quella costante necessità di dar sfogo a tutta la propria bravura nello scovare nuovi talenti. I prossimi protagonisti che si apprestano a prendere la scena all’ombra del Gewiss Stadium sono infatti Mitchel Bakker, olandese classe 2000; e Sead Kolašinac, bosniaco classe 1993.
Se questi saranno all’altezza delle aspettative è tutto da vedere, nel frattempo diamo un’occhiata ad alcuni degli esteri che meglio si sono esaltati sotto la gestione Gasperini. E, quando si parla di giocatori di fascia, non si può non partire da Robin Gosens, probabilmente il giocatore più decisivo in questa posizione sotto la gestione Gasp. Compagno del tedesco, ma che ha presieduto la corsia opposta, è stato (ma lui lo è ancora) Hans Hateboer. I due in coppia si sono spesso resi letali, con quegli inserimenti con tanto di servizio l’un l’altro da quinto a quinto che resteranno nella storia. Tre che a Bergamo hanno reso come poi non sono riusciti altrove sono sicuramente Andrea Conti e Davide Zappacosta e Leonardo Spinazzola. Se la carriera di quest’ultimo è stata sicuramente importante, è doveroso sottolineare come gli infortuni ne abbiano condizionato significativamente il percorso. Diversamente per Conti, che al Milan non è riuscito a far vedere quanto fatto in maglia nerazzurra. Impossibile non chiudere questo particolare podio con Timothy Castagne. Il belga, da riserva, è riuscito poi a ritagliarsi uno spazio importante a Bergamo, tanto da guadagnarsi la chiamata della Premier League, al Leicester.