❗ Bonucci: “L’addio alla Juve cicatrice che fa ancora male. Allegri? Non lo chiamerei per un caffè. Su CR7 e Thiago Motta…”

Leonardo Bonucci, fresco di addio al calcio, si è raccontato a “La Gazzetta dello Sport“: “Sono in equilibrio con me stesso, ho fatto una doppia esperienza all’estero, ora mi godo la famiglia e a luglio inizierò il corso d’allenatore a Coverciano. I momenti belli e brutti della mia carriera? Più che brutti direi duri, ma propedeutici a quelli belli, come l’eliminazione dai due Mondiali. Dopo il secondo ho avuto la fortuna d’incontrare Vialli, grandissima persona, che su una panchina a Coverciano mi disse: “Sei uno dei più vecchi,devi reagire, non pensare che tutto sia finito”. Senza quello forse non ci sarebbe stato l’Europeo 2021, uno dei ricordi più dolci. Le finali di Champions sono state dolorose come l’addio alla Juve, però di bello c’è stato un percorso lunghissimo di successi. Non potevo chiedere dimeglio. Che cosa non rifarei? La lite con Allegri in Juve-Palermo: una reazione istintiva che potevo gestire meglio. Le scelte invece sono state conseguenze di situazioni vissute che mi hanno migliorato come calciatore e uomo. In questi giorni ho avuto la riprova di essermi comportato in modo giusto nel gruppo. La parte più bella sono i messaggi privati dei compagni. Ho fatto una carriera bella da antipatico, però non ho mai messo una maschera. Sono sempre statome stesso e, quando ho sbagliato, ho pagato le conseguenze. 

Il segreto dietro alla BBC? Conte, che hamesso in campo la linea magica, e avere dietro il numero uno al mondo, Buffon. Tra di noi oltre all’amicizia c’erano fiducia, conoscenza e talento. Ci completavamo, così abbiamo fatto la storia di Juve, Nazionale e calcio. Abbiamo una chat, “ Imagnifici 4”, per battute, scherzi e ricordi. Con Giorgio andiamo in vacanza assieme. Un rapporto che andrà avanti per sempre.

L’addio alla Juve è una ferita aperta? Una cicatrice che fa ancora male. Mi sarebbe piaciuto un finale diverso, però forse non è ancora arrivato. Dopo la rabbia iniziale ho riflettuto, ci siamo confrontati e rinunciare all’azione legale è stata la cosa giusta, perché per me la Juve è sempre stata tutto, da quando giocavo a pallone in camera con mio fratello. L’amore resta intatto.

Un chiarimento con Allegri? Ci siamo parlati l’ultimavolta a Udine, maggio 2023. Ognuno si comporta come meglio crede. Per ciò che abbiamo vissuto insieme, pur nei contrasti, penso che si potesse gestire tutto diversamente, anche il non volermi più in rosa. Sedovessi incontrarlo al bar lo saluterei, ma non lo chiamerei io per un caffè. La Juve 23/24? Quando giochi per la Juve non ti puoi accontentare del piazzamento in Champions. La rosa di oggi può competere conchi è arrivato davanti, anche con l’Inter che ha fatto un percorso incredibile. Il valore c’è,neimomenti di difficoltà non è stata tenuta alta l’attenzione.

Perché CR7 non ha fatto la differenza a Torino? Portare Cristiano sembrava significasse vincere la Champions, ma il calcio non è una scienza esatta. Cristiano ci ha dato tanto come mentalità. A volte in campo s’incaponiva nel cercare la giocata, ma a un fuoriclasse va concesso: con lui partivamo sempre 1-0. Come tutti i numeri uno aveva bisogno dei suoi spazi, anche a Gigi succedeva. Peggio marcare Messi o CR7? Messi perché è più imprevedibile. Cristiano è una macchina perfetta, ma più decifrabile.

Come vedo Motta alla Juventus? È diretto e ha personalità: mi piace tantissimo. Ha tutte le carte in regola per adeguare la Juve al calcio moderno e per fare molto bene, ma gli va dato il tempo. Io l’ho apprezzato in Nazionale, fu molto importante a Euro 2012: dopo il pari con la Spagna nel girone parlò per la prima volta e ci disse: “Se continuiamo così con questo spirito andremo in finale con la Spagna”. Ha idee chiare“.

By Redazione PianetaChampions

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Post correlati