Il Brasile di Tite a caccia della sesta ⭐: l’analisi della corazzata verdeoro

Tra le squadre certamente più attrezzate della rassegna qatariota, sia dal punto di vista tecnico che in termini di profondità della rosa, il Brasile di Tite si presenta all’imminente Mondiale in Qatar come una delle maggiori accreditate alla vittoria finale.

Tantissime, infatti, le soluzioni a disposizione del CT della Selecao, al suo ultimissimo grande torneo internazionale alla guida della selezione verdeoro: l’auspicio, per il Professore (soprannome cucitogli addosso in virtù della laurea scienze motorie conseguita presso l’Università Cattolica Pontificia di Campinas), sarà quello di consegnare alla storia il Brasile in grado di conseguire la sesta stella mondiale, dopo quelle ottenute nelle edizioni 1958, 1962, 1970, 1994 e 2002. 

Dalla difesa granitica all’immenso talento offensivo: il Brasile è una corazzata

L’immenso valore tecnico della truppa sudamericana lo si denota già dai nomi che appaiono nel roster dei portieri: Alisson ed Ederson, infatti, sono tra i migliori che il panorama calcistico internazionale possa al momento offrire, con il numero uno del Liverpool al momento in vantaggio rispetto al collega del Manchester City. Terzo in lista l’ottimo Weverton, estremo difensore del Palmeiras e sicuramente tutt’altro che scontento di rappresentare la – comunque valida alternativa – a due colossi come quelli poc’anzi citati.

Capitolo difesa. Spiccano, anche qui, due mostri nel ruolo come Thiago Silva e Marquinhos, i quali comporranno la rocciosissima linea centrale della retroguardia verdeoro. Eder Militao, Bremer e il jolly Danilo primissime alternative. Una delle pochissime pecche dei 26 (sempre se tale la si può definire), sono proprio le corsie esterne di difesa: Danilo garantisce assoluta affidabilità in fase di contenimento, meno in quella di spinta dove anche lo stesso Dani Alves sembra aver fatto il suo tempo. Sul lato opposto, invece, Alex Sandro non ha di certo spiccato per brillantezza negli ultimi anni, anzi. Migliore, di certo, il rendimento di Alex Telles ma la sensazione di generale non completezza è quantomeno tangibile e, l’idea, è che alla fine verranno preferiti due terzini più bloccati come quelli juventini, al fine di compensare l’elevata “offensività” delle ali offensive.

Cruciale importanza, nell’offensivo 4-2-3-1 brasiliano, avranno i due mediani davanti alla difesa. Da questo punto di vista, appare necessario per Tite affidarsi a uomini dinamici, ma comunque prevalentemente di contenimento, come Casemiro, Fred e Fabinho o lo stesso Bruno Guimaraes, quest’ultimo sicuramente più “intraprendente” ed estroso dei tre colleghi appena menzionati. Molta curiosità, poi, attorno a Lucas Paquetà ed Everton Ribeiro, calciatori che pur non partendo davanti nelle gerarchie, potrebbero comunque fare la differenza da subentranti. L’ex Milan, oggi al West Ham, sembra essersi definitivamente ritrovato dopo l’addio all’Italia direzione Lione; il secondo, invece, stacca il pass per il Qatar dopo una carriera quasi interamente spesa in patria che gli ha comunque consentito di entrare nelle grazie di Tite, il quale utilizza il centrocampista del Flamengo spesso e volentieri a gara in corso.

In attacco, per chiudere, c’è il vero e proprio imbarazzo della scelta. Due gli slot sicuramente già assegnati nell’undici titolare: Neymar Jr, e Vinicius Jr., chiamati a trascinare a suon di Samba la Selecao. Clamorose, però, le altre risorse a disposizione del CT verdeoro: da Rodrygo Goes a Raphinha, passando per Antony e Martinelli fino all’ex meteora della Fiorentina, Pedro, oggi autentica star del Flamengo campione in Copa Libertadores. Il ruolo da riferimento centrale, infine, è conteso da Richarlison e Gabriel Jesus, con l’attaccante del Tottenham in pole.

BRASILE (4-2-3-1): Alisson; Danilo, Thiago Silva, Marquinhos, Alex Sandro/Telles; Fred, Casemiro; Raphinha, Neymar Jr., Vinicius Jr.; Richarlison/Gabriel Jesus All. Tite

Tutta gente che giocherebbe titolare in quasi (?) tutte le altre 31 partecipanti alla prestigiosa kermesse: se c’è una squadra che può – e deve – farci divertire, questa è il Brasile…

 

By Nicola Cosentino

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