🟣 Commisso: ” 420 milioni investiti nel club, ne sono felice. Viola Park unico”

Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha parlato in conferenza stampa presentando il nuovo centro sportivo Viola Park.

Ecco le dichiarazioni, riportate da TMW:

“Ringrazio tutti i presenti in una giornata così storica e importante per la Fiorentina. Dal 1926 la Fiorentina non aveva mai avuto case sue, niente di proprietà. Oggi si può dire che ha qualcosa… (sorride, ndr) Ma qualcosa di bello. In America e in Europa posti così non se ne trovano, vedrete voi. I sacrifici che hanno fatto mia madre e mio padre sono serviti a qualcosa, io non li ho mai fatti se non lavorare forte. Mai avrei sognato di vivere una giornata così, vedere tutto quello che era su carta o in rendering nel 2020 esistere davvero oggi. Mai avrei immaginato di fare il percorso fatto, lasciare l’Italia a 12 anni e andare in America dove i miei genitori volevano che io andassi a scuola, quando tutti gli altri migranti andavano a lavorare. Sono stato fortunato, così mi sono aperte le porte della Columbia University fino ad arrivare a questo punto. Ho detto già 4 anni fa che sono tornato in Italia per restituire quanto mi ha dato, mia moglie voleva che andassimo in una bella città e siamo a Firenze. Penso che questa struttura possa aiutare la Fiorentina e ogni giorno si ritrovano qui oltre 800 persone. Quando ho detto che i soldi non sono un problema, questa ne è la dimostrazione. Napoli, Atalanta, Genoa, Lazio e Bologna, quando tutte queste squadre sono state comprate, mettendole tutte assieme, sono costate meno di questo centro sportivo. Abbiamo messo oltre 420 milioni nella Fiorentina e voglio dire che sono contento di aver investito ed essere ancora qui. Li ho investiti perché li avevo…”.

Prosegue Commisso: “Tutti sapete che a Napoli abbiamo vinto, oggi poi le donne sono tornate a Firenze da Terni con una vittoria in Coppa Italia. Ringrazio a tutti quelli che mi hanno aiutato, io ho messo i soldi ma il lavoro lo hanno fatto altri e non sapete quanto. Joe Barone va a letto a mezzanotte e si sveglia la mattina alle 6, sua mamma e suo babbo hanno fatto un bel lavoro, ha portato la cultura americana del lavoro qui. E voglio ringraziare il sindaco di Bagno a Ripoli che venne a incontrarmi nell’estate 2019, dicendomi di venire a vedere cosa c’era qui. E quando ho visto le colline, lo spazio piatto con quelle intorno, pensavo che era un posto bellissimo per il centro sportivo. Abbiamo comprato i terreni, qui c’è stata una discarica all’aperto per oltre quindici anni. Io mi arrabbio molto perché di quello nessuno ne ha parlato, ma è stato Rocco a comprare la terra e mandare tutti via. Di questo mi arrabbio, degli ipocriti. Vengono a fare casino al centro sportivo ma negli ultimi vent’anni non hanno fatto niente per rendere Bagno a Ripoli quello che è oggi. Un grazie speciale a Marco Casamonti, che ha ideato tutto questo, e al costruttore Giovanni Nigro. Abbiamo avuto molti problemi, ve ne dico due: prima un anno di scavi archeologici, con ritrovamento di mura e cose che ci ha fatto ritardare, al pari di Covid e guerra in Ucraina; e poi, la più curiosa, è che c’era una persona della Soprintendenza di Firenze che non mi lasciava fare due campi sintetici. Meno male che è stato mandato a Udine, è arrivato un altro e ci ha fatto fare i campi… Non c’entrano solo le leggi, ma anche chi le applica. Infine dico che le cose in Italia possono essere fatte, spero questo possa essere un esempio. Fate investire chi ne ha voglia, l’Italia e il suo calcio hanno bisogno di nuovi stadi, ci sono i più vecchi d’Europa. Io avrei voluto, ma ormai è tardi, ho speso troppo qui. La burocrazia deve capire che si deve aiutare il calcio, la terza o quarta più grande industria d’Italia”.

Di cosa è più orgoglioso? Del centro o dell’esempio?
“Tutte e due. Questo lo abbiamo fatto per la Fiorentina, non mi porto nulla a casa. Spero però che sarà d’esempio per altre squadre, che le cose si possono e si devono fare, che si deve aiutare chi è come me. Qui sono soldi privati, nessun centesimo dallo Stato. Ora mancano i parcheggi e la tramvia, pensate che già quattro anni fa mi dicevano che li avremmo fatti. Avevamo dodici gru qui e avevo fatto la scommessa che queste sarebbero presto venute via, mentre quelle agli Uffizi sarebbero rimaste dove sono anche a distanza di diciassette anni. Gli Yankees hanno ricevuto 850 milioni dalla città di New York per rifare lo stadio… E io invece devo fare con la burocrazia che esiste qui in Italia”.

Che riflessione avete fatto alla base di questo investimento? Cosa può dare il Viola Park a squadra e società?
“Dopo poco tempo ho capito che la società non aveva niente, né lo stadio né i campini. E dove si allenavano i ragazzi (in altre sedi, ndr) neanche ero stato… Ora sì che si emozionano a venire qui al pomeriggio dopo la scuola, io gioisco a vederli così. Abbiamo ragazzi che vengono da Grosseto, Lucca, da tutta la Toscana, non solo chi sta nel convitto. Tre ore tra andata e ritorno, almeno vedono un posto bello! Credo e spero che qualcuno vedendo questo voglia venire alla Fiorentina e non alla Juventus”.

Ci può dire due cose che vorrebbe fare nel calcio italiano?
“Non voglio insegnare niente a nessuno, però spero che chi ha i soldi si metta in testa che certe cose si possono fare. Io comunque sono competitivo: ok, Milan e Inter hanno fatto il loro centro sportivo cinquant’anni prima, ma il nostro è più bello. Tutti vogliono venire qui…”.

Questa è una sua rivincita verso chi l’ha accolta con diffidenza?
“No. Non sono in guerra con nessuno, l’orgoglio è una cosa personale. Però quando qualcuno fa certe critiche, o offende me o il mio nome o la mia famiglia o ancora sulle mie origini o sul fatto che sono un mafioso, questo fa male fino a un certo punto. Ho ingoiato e risputato in faccia quando potuto, però sono in pochissimi ad aver fatto certe cose. Qui comando io, chi non fa il bravo non può entrare e la responsabilità me la prendo io. Fino ad oggi il 99,9% ha potuto, qualcuno no”.

By Emanuele Garbato

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